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  • Shampoo, balsamo o... cowash?

    In questo ultimo periodo ho scoperto il cowash , prodotto utilizzato tendenzialmente da persone con capelli ricci e/o crespi ma che pu ò rivelarsi un ottimo prodotto anche per altre tipologie di capelli . In questo articolo faccio quindi un po' di chiarezza sui prodotti per la cura dei capelli che usiamo quotidianamente di modo da scegliere consapevolmente shampoo, balsamo o... cowash ! Shampoo per capelli: caratteristiche e utilizzo Lo shampoo  è un prodotto detergente specifico per la pulizia del cuoio capelluto e dei capelli . Il suo obiettivo è quello di rimuovere sebo, sporco, cellule morte, residui di prodotti e inquinamento dai capelli. A seconda del prodotto che scegli, cerca di farlo senza danneggiare (troppo) la barriera protettiva naturale del cuoio capelluto. In commercio puoi trovare lo shampoo in forma liquida (60-80% di acqua), solida o in polvere . Uno shampoo, a prescindere dal suo formato, contiene sempre dei tensioattivi ovvero gli agenti lavanti che fanno più o meno schiuma. Questi sono i più usati negli shampoo naturali o ecobio: Coco Glucoside Decyl Glucoside Lauryl Glucoside Disodium Cocoyl Glutamate Sodium Cocoyl Glutamate Sodium Lauroyl Glutamate Sodium Lauroyl Sarcosinate Sodium Methyl Cocoyl Taurate Capryl/Capramidopropyl Betaine Cocamidopropyl Betaine  (tollerato nei bio, ma leggermente più irritante dei precedenti). A seconda del tipo di tensioattivi utilizzato lo shampoo può essere più o meno delicato. Oltre a trovarlo in commercio, puoi anche decidere di autoprodurre in casa il tuo shampoo! Qui trovi i miei corsi (in presenza e online) mentre qui sotto puoi spulciare (e, se vuoi, acquistare) la Guida PDF all'autoproduzione dello shampoo solido 👇 Il pH di uno shampoo è sempre acido, tra 4,5 e 5,5 (compatibile con il cuoio capelluto). Di solito utilizziamo lo shampoo quando il cuoio capelluto è sporco, grasso o presenta prurito/forfora , dopo aver fatto sport o aver sudato abbondantemente, quando si devono rimuovere prodotti di styling (gel, lacca, oli). Lo shampoo dovrebbe quindi essere utilizzato al bisogno , ma senza eccedere  (una media di 2 lavaggi a settimana è una media di utilizzo che va bene per una grossa porzione di popolazione). Se hai i capelli secchi, sottili, danneggiati, l'ideale sarebbe alternare lo shampoo settimanale con co-wash  o shampoo delicatissimi. Balsamo per capelli: caratteristiche e utilizzo Il balsamo per capelli è un prodotto emolliente  che, a differenza dello shampoo, non lava ma ammorbidisce, districa e nutre  i capelli dopo il lavaggio. Come nel caso dello shampoo, possiamo utilizzare un balsamo liquido (a base d'acqua e/o idrolati) oppure solido . Tra le sue caratteristiche, non contiene tensioattivi detergenti ma condizionanti (che aiutano a districare) insieme ad altri ingredienti che permettono di creare un film protettivo sulle lunghezze (come oli vegetali, pantenolo, aloe e/o proteine). Tra i tensioattivi condizionanti più utilizzati nei balsami naturali o ecobio troviamo: BTMS-50  (Behentrimonium Methosulfate + Cetyl Alcohol) BTMS-25 Cetrimonium Chloride  (meno usato nel bio). Di solito il balsamo si utilizza dopo lo shampoo (classico o delicato), sui capelli particolarmente secchi, sfibrati, ricci o trattati o, in generale, su un capello che viene lavato o stressato di frequente. Meglio evitarlo se si ha capelli molto grassi alla radice  (da non applicare quindi sul cuoio capelluto). Cowash: caratteristiche e utilizzo Il cowash è un balsamo lavante , cioè un prodotto che deterge molto delicatamente  sfruttando una bassa percentuale di tensioattivi detergenti combinata a ingredienti emollienti . Co-washing è l'abbreviazione di “conditioner washing” ed è proprio quello che sembra: lavare i capelli solo con il balsamo! I balsami detergenti (o co-wash) possono presentare lievi differenze di formulazione rispetto ai normali balsami, a seconda del tipo di capello a cui sono destinati e del livello di pulizia desiderato, ma molti balsami da risciacquo funzionano bene anche per il co-washing. Alcuni balsami per il co-wash contengono piccole percentuali di tensioattivi schiumogeni per migliorare il risciacquo e la pulizia . Di solito sono formulati senza ingredienti che possono causare accumuli e possono essere più leggeri dei normali balsami. Tra le caratteristiche del cowash ritroviamo quindi che: lava e ammorbidisce in un solo passaggio; non fa schiuma, ma pulisce per affinità; è ottimo per lavaggi frequenti o alternativi allo shampoo. Quindi che cosa cambia tra un co-wash e uno shampoo 2 in 1? I co-wash sono molto, molto simili ai balsami cremosi . La maggior parte degli ingredienti funzionali sono ingredienti condizionanti ed emollienti che non fanno schiuma. Un prodotto 2 in 1 è principalmente uno shampoo con l'aggiunta di una piccola quantità di ingredienti condizionanti . Riassumendo: shampoo, balsamo o... cowash? Ecco una tabellina riassuntiva che potrebbe aiutarti nella scelta del prodotto giusto per te! Prodotto Potere lavante Potere emolliente Quando usarlo Shampoo Forte No Capelli visibilmente sporchi, lavaggi profondi Balsamo No Forte Dopo lo shampoo per nutrire e districare (solo sulle lunghezze) Cowash Leggero Forte Lavaggi frequenti, capelli secchi/ricci/crespi (su cuoio capelluto e lunghezze) Spero che questo articolo ti sia stato utile! Se hai qualsiasi domanda, lascia un commento! Ti risponder ò al più presto. Se vuoi  metterti in gioco, facendoti accompagnare nelle tue prime ricette  di crema e cosmesi fatta in casa, qui trovi il calendario aggiornato dei corsi  di autoproduzione che propongo in presenza e online . Se invece preferisci lavorare in autonomia, qui sotto trovi le mie dispense complete  che ti guideranno passo passo nella realizzazione dei tuoi prodotti. Buon viaggio nel mondo della cosmesi naturale DIY 🫧 Francesca Acquista

  • 5 motivi per non fare in casa una crema solare

    Articolo originale di formulabotanica.com Se ami la bellezza fai-da-te, ad un certo punto avrai sicuramente pensato di fare in casa una crema solare . In questo articolo voglio darti 5 motivi per cui realizzare una protezione solare fai da te è (purtroppo) una pessima idea. Nei miei corsi di autoproduzione non insegno come realizzare formulazioni di creme solari proprio per i 5 motivi che adesso ti presento. La creazione di creme solari può dividere nettamente i formulatori, tra chi è pro e chi è contro il "fatto in casa". È comprensibile che alcune persone vogliano essere in grado di preparare la propria crema solare fatta in casa , poiché sollevano preoccupazioni riguardo alle sostanze nocive utilizzate nelle creme solari tradizionali. Tuttavia, molti formulatori sono consapevoli che la produzione di creme solari richiede ricerche e test costosi e approfonditi . Se inizi a cercare su internet ricette di creme solari fatte in casa, troverai una vasta gamma di ricette diverse che vanno dall'uso di oli di base (come l'olio di cocco) all'utilizzo di ingredienti schermanti come l'ossido di zinco e il biossido di titanio. Purtroppo non c'é ricetta che tenga : tutte le creme solari fatte in casa sono una cattiva idea, a meno che tu non sia disposto/a ad intraprendere test approfonditi a sostegno della tua formulazione. Come funzionano le creme solari? Le creme solari sono formulazioni utilizzate per attenuare o ridurre gli effetti negativi delle radiazioni ultraviolette sulla pelle , che sono la principale causa (evitabile) di cancro alla pelle. Le creme solari possono essere realizzate con filtri inorganici e organici , che agiscono per riflettere o assorbire le radiazioni UV. Gli ingredienti inorganici più comunemente utilizzati, detti anche agenti fisici o minerali , sono l'ossido di zinco (ZnO) e il biossido di titanio (TiO2). Questi due ingredienti sono anche i più comuni nelle ricette di protezione solare fatte in casa che si trovano online. Le creme solari inorganiche funzionano creando un'armatura sulla superficie della pelle, che riflette e disperde i raggi UV. L'efficacia di questo tipo di protezione solare dipende totalmente dalla formazione della pellicola sulla pelle, che deve essere completamente uniforme per una buona protezione. I filtri solari organici, o anche detti chimici , funzionano principalmente assorbendo i raggi solari . Per essere attivi, questi ingredienti devono essere fotostabili e ben stabilizzati nella formulazione. I filtri solari chimici sono gli ingredienti che hanno maggiori probabilità di provocare reazioni allergiche e di solito sono più irritanti per la pelle, motivo per cui gli ingredienti fisici si trovano principalmente nelle ricette di protezione solare fatte in casa. Raggi UV e SPF Indipendentemente dal fatto che sia organica o inorganica, per essere efficace una protezione solare dovrebbe essere ad ampio spettro , il che significa che filtrerà sia i raggi UVA che UVB , entrambi responsabili degli effetti dannosi delle radiazioni solari sulla pelle. Mentre si ritiene che i raggi UVB interagiscano direttamente con il DNA e diano inizio alle mutazioni tipiche dei carcinomi basali e a cellule squamose, si ritiene che le lunghezze d'onda UVA interagiscano indirettamente, inducendo la produzione di radicali liberi che possono danneggiare indirettamente il DNA e causare danni alle proteine, contribuendo al fotoinvecchiamento. Una delle misure più importanti per l'attività di una protezione solare è l'SPF. SPF è l'acronimo di Sun Protection Facto r (Fattore di Protezione Solare) ed è uno standard accettato a livello internazionale per valutare l'efficacia delle creme solari; è una misura relativa della durata della protezione dai raggi UVB. Fare in casa una crema solare è (purtroppo) una pessima idea: ecco le 5 sfide difficili da vincere. Sfida 1: efficacia La protezione solare deve essere efficace per proteggerci dalle scottature e dal fotoinvecchiamento precoce. Le creme solari devono quindi funzionare allo stesso modo per tutti. Devono essere applicate in modo uniforme sulla pelle ed essere efficaci indipendentemente dalle condizioni atmosferiche, dal tempo di applicazione e dalla durata di conservazione della formulazione solare . Quando si prepara una protezione solare fatta in casa, non se ne conosce l'efficacia se non la si testa in laboratorio. Si dovrebbero quindi effettuare i seguenti passaggi: Si inizia decidendo quale SPF si vuole ottenere. Poi si sceglie il bloccante SPF corretto per raggiungere quel livello. La protezione solare viene poi testata in laboratorio più volte durante il processo di sviluppo per garantire che l'SPF sia sempre in linea con le aspettative. La protezione solare viene poi testata su volontari umani esposti a una quantità specifica di luce solare. Viene quindi valutata la reazione della pelle. Il laboratorio confronta poi questi risultati con quelli dei test per garantire la corrispondenza dell'SPF. L'efficacia della tua formulazione di protezione solare deve essere provata e misurata con parametri che ti assicurino che stia funzionando come dovrebbe. Altrimenti, si vola alla cieca. Indovinare l'efficacia della protezione solare osservando soggettivamente la pelle non è accurato e non dimostra che la formulazione sia efficace. E ricorda che l'arrossamento della pelle è legato soprattutto ai raggi UVB. Solo un test di laboratorio dimostrerà se la tua crema solare fatta in casa è efficace. Sfida 2: tempo di esposizione Quando ci si espone al sole per un po' di tempo senza protezione solare, la pelle inizia ad arrossarsi. Questo fenomeno è noto come eritema o scottatura . L'SPF della protezione solare fornisce un indicatore di quanto tempo si può stare al sole in sicurezza ; indica la capacità della formulazione di ritardare l'arrossamento della pelle (indotto dalle radiazioni solari). Se non conosci la misura dell'SPF della tua protezione solare fatta in casa, come fai a sapere quanto tempo puoi stare al sole in sicurezza? Anche se si decidesse di rimanere al sole finché la pelle non diventa rossa per determinare il tempo di esposizione della propria formulazione, in genere lo si scoprirebbe troppo tardi: l'eritema può manifestarsi da 6 a 24 ore dopo l'esposizione al sole. Inoltre, anche il tipo di pelle gioca un ruolo nella tempistica e nell'intensità dell'eritema . Sfida 3: formulazione Anche se hai esperienza nella creazione di formulazioni, è probabile che la tua protezione solare fatta in casa non funzioni. Puoi indossare il tuo grembiule e fare del tuo meglio in laboratorio, ma anche i formulatori più esperti si ritrovano a tornare più volte al tavolo da disegno quando si tratta di SPF. L'SPF è influenzato da tutti gli ingredienti della formulazione e dalla tecnica di produzione utilizzata . Non solo è importante la corretta dispersione degli agenti di protezione solare - che si ottiene solo con attrezzature di laboratorio professionali - ma anche l'intera composizione della formula influisce sull'SPF. Gli agenti di protezione solare inorganici tendono ad agglomerarsi nella formulazione, il che può avere un effetto negativo sull'SPF: potrebbe abbassarsi significativamente in un punto, mentre potrebbe causare punti alti in altri. Inoltre, alcuni emulsionanti, stabilizzatori e certi additivi possono ridurre l'SPF. Quindi, anche i formulatori più esperti faranno fatica a garantire che i loro filtri solari siano dispersi in modo uniforme, non interagiscano con altri ingredienti, siano fotostabili e forniscano una copertura ad ampio spettro. È necessario valutare l'interazione del pH e trovare un sistema di conservazione che funzioni . Come puoi immaginare, si tratta di un processo finanziariamente impegnativo, in cui probabilmente brucerai sia i tuoi soldi che la tua pelle. Sfida 4: stabilità Ossidazione, degradazione, conservazione, grumi. Queste sfide devono essere affrontate da tutti i formulatori di cosmetici. Quando si tratta di esposizione al sole, il problema della stabilità è ancora più importante. L' ossido di zinco e il biossido di titanio sono ingredienti reattivi , quindi non è possibile garantire che la dispersione di questi ingredienti sia stabile nel tempo in una protezione solare fatta in casa. L'ossido di zinco, ad esempio, è una particella fortemente carica e tende a formare grumi. Non sarai in grado di individuare questi grumi nella tua formulazione, perché di solito sono invisibili a occhio nudo. Ricorda che le creme solari sono destinate ad essere esposte alla luce del sole e gli ingredienti contenuti nella formula devono essere stabili, non solo all'interno della confezione, ma anche sulla pelle. Per questo motivo, è necessario accertarsi anche della fotostabilità degli ingredienti e della loro interazione reciproca . Sfida 5: sicurezza A questo punto avrai probabilmente capito che se la tua crema solare fatta in casa non è fatta a regola d'arte, con tutti gli ingredienti della protezione solare uniformemente dispersi e stabilizzati, molto probabilmente non riuscirai ad ottenere una protezione uniforme sulla tua pelle. Se non sei ancora convinto/a delle difficoltà tecniche di realizzare una protezione solare fatta in casa, qui sotto trovi alcune statistiche sul cancro della pelle che ti aiuteranno a decidere di abbandonare definitivamente le tue ricette di protezione solare fatte in casa: Le radiazioni ultraviolette (UV) sono un cancerogeno umano comprovato. In media, il rischio di melanoma raddoppia se una persona ha avuto più di cinque scottature solari. La Skin Cancer Foundation afferma che circa il 90% dei tumori della pelle non melanoma è associato all'esposizione ai raggi ultravioletti (UV) del sole. Negli ultimi tre decenni, il numero di persone che si sono ammalate di cancro della pelle è superiore a quello di tutti gli altri tipi di cancro messi insieme. La stragrande maggioranza dei melanomi è causata dal sole. Infatti, uno studio britannico ha rilevato che circa l'86% dei melanomi può essere attribuito all'esposizione ai raggi ultravioletti (UV) del sole. Si stima che il 90% dell'invecchiamento cutaneo sia causato dal sole. Si noti anche che il tempo che intercorre tra l'esposizione e la diagnosi del tumore per il melanoma è di due decenni o più. È opportuno citare anche l'ipotesi di compensazione, secondo la quale le persone tendono a compensare l'uso di creme solari aumentando il tempo trascorso al sole, ossia il senso di sicurezza dato dalle creme solari incoraggia un'esposizione al sole più prolungata. Per questo motivo, una protezione non uniforme è ancora più pericolosa. Il verdetto: non fare in casa una crema solare! L'uso della protezione solare è e rimarrà un argomento controverso . Tuttavia, possiamo sperare di essere tutti d'accordo sul fatto che la protezione solare è importante e che il suo uso aumenta le nostre possibilità di non ammalarci di cancro alla pelle. Molte questioni riguardanti le formulazioni delle creme solari non sono ancora state risolte, questo è un dato di fatto, ma ricorda che la protezione solare dovrebbe essere solo una delle strategie di protezione della tua pelle . Quando sei al sole, proteggiti indossando abiti coprenti, evitando un'eccessiva esposizione al sole e scegliendo una protezione solare di cui ti fidi. Fonti: International Agency for Research on Cancer: IARC Monographs on the Evaluation of Carcinogenic Risks to Humans: Solar and Ultraviolet Radiation, vol. 55. Lyon, France: International Agency for Research on Cancer; 1992. Weinstock MA: Epidemiology of ultraviolet radiation. In Cutaneous Oncology: Pathophysiology, Diagnosis, Management. Edited by Miller SJ, Maloney ME. Malden, MA: Blackwell Science; 1998:121–128. General: Título: Sunscreen Fonte: Current opinion in oncology [1040-8746] Weinstock, A yr:2000 vol:12 iss:2 pg:159 -162 Dangerous: Sunscreen Use and Duration of Sun Exposure: a Double-Blind, Randomized Trial Autier, Philippe ; Dor, Jean – Franois ; Ngrier, Sylvie ; Linard, Danile ; Panizzon, Renato ; Lejeune, Ferdy J ; Guggisberg, David ; Eggermont, Alexander M. M Journal of the National Cancer Institute, 1999, Vol.91(15), Guidelines for SPF tests: FDA guidelines and EU standard tests. Wang & Lim, 2016. Principles and Practice in Photoprotection. Skin Cancer Foundation, Facts & Statistics .

  • Oli essenziali: manifesto per l'uso benefico (e sicuro)

    Negli ultimi anni gli oli essenziali sono diventati più popolari che mai, sia come fragranza che per aggiungere proprietà ad un prodotto cosmetico (magari autoprodotto). Questo articolo vuole essere un "manifesto" per l'uso benefico ma soprattutto sicuro di questi preziosissimi ingredienti. Se da un lato la scoperta (o riscoperta) degli oli essenziali negli ultimi anni è un fatto positivo, dall'altro si sono verificati alcuni piccoli abusi nell'uso degli oli essenziali nella cosmesi e nei prodotti per la casa. Sono cose che succedono! Facciamo un po' di luce sulla questione del loro utilizzo per godere al meglio delle loro proprietà. Quali oli essenziali devo usare per profumare il mio burro per il corpo? Ancora troppo spesso vediamo persone che chiedono suggerimenti sugli oli essenziali per profumare i loro prodotti fatti in casa. Bisogna sapere che gli oli essenziali non sono piccole fiale di profumo . Sì, spesso hanno un buon profumo, ma sono molto di più di semplice fragranza! Gli oli essenziali sono sostanze altamente concentrate in principi attivi e non prive di effetti collaterali. Sono probabilmente il prodotto naturale con cui bisogna fare più attenzione. Iniziamo dall'inizio: che cos'è esattamente un olio essenziale? Un olio essenziale (che d'ora vedrai anche scritto come "OE", per facilitare la lettura), nonostante il nome, non è un olio in senso stretto . Si tratta di un concentrato di molecole aromatiche idrofobe, cioè che non si diluiscono in fasi acquose (costituite da acqua), ma solo in fasi grasse (olio, burro, cera), in alcol e in vari solventi. Questi estratti liquidi si ottengono principalmente per distillazione (a volte per estrazione) di ALCUNE piante aromatiche. Non tutte le piante producono una quantità di OE tale da giustificare il costo commerciale dell'estrazione. A volte l'olio essenziale prodotto da alcune piante non ha alcun valore terapeutico noto, altre volte è addirittura pericoloso. Gli oli essenziali sono spesso derivati da foglie (es. eucalipto) o fiori (es. ylang-ylang), ma anche da semi (es. coriandolo), frutti (es. ginepro), aghi (es. rosmarino), radici (es. genziana, iris, angelica, zenzero ), corteccia (es. cannella), legno (es. legno di Ho o di cedro), resina (es. incenso), erbe (es. palmarosa), scorze (es. agrumi) e altro ancora. Cosa contiene un olio essenziale? Quando diciamo che un olio essenziale è un concentrato di molecole aromatiche volatili, cosa intendiamo esattamente? Stiamo parlando della composizione in essenze. Il vero olio essenziale di lavanda è in realtà una miscela di diverse molecole. Ne sono stati elencate più di 100! Come le identifichiamo? La sostanza deve essere analizzata in laboratorio, spesso mediante gascromatografia accoppiata alla spettrometria di massa . Questo metodo di analisi fornisce un quadro quantitativo delle diverse componenti del campione. Fonte: Characterization and biological activities of essential oils of some species of lamiaceae, Research Gate. Si otterrà così un grafico di questo tipo. Ecco i risultati per la menta spica (Mentha spicata). Ogni picco rappresenta una molecola. Più alto è il picco, più abbondante è la componente in questione. Si tratta di una spiegazione molto semplicistica, ma funziona più o meno cos ì . Famiglie biochimiche, queste sconosciute... Questi componenti possono essere suddivisi in una quindicina di grandi famiglie biochimiche : acidi, aldeidi aromatiche, chetoni monoterpenici, chetoni sesquiterpenici e diterpenici, cumarine, esteri, eteri, lattoni, monoterpeni, monoterpenoli, ossidi, fenoli, sesquiterpeni e azuleni, nonché sesquiterpenoli. Un po' di cinese, eh? Lo capiasco, ma ti assicuro che si tratta di una nozione importante se ti interessa il tema degli oli essenziali! Conoscendo le principali famiglie biochimiche, possiamo determinare rapidamente il grado di precauzione da adottare quando li utilizziamo . Ad esempio, le famiglie dei chetoni e delle aldeidi aromatiche non devono essere utilizzate in gravidanza (tra le altre). Qualche parola sui chemiotipi Il chemiotipo designa un'entità chimica distinta all'interno di una specie. Di solito si trova dopo il nome latino. Il chemiotipo è determinato dalla molecola che è presente in maggior quantità nelle piante della stessa specie botanica . Questo varia in base a diversi fattori ambientali (clima, tipo di terreno, luce solare, ecc.). Non tutti gli oli essenziali hanno dei chemiotipi, ma solo alcuni. Il chemotipo di un olio essenziale non deve essere confuso con la denominazione "olio essenziale chemiotipizzato" che talvolta viene stampata sulla bottiglia. Si tratta di una certificazione che indica che la specie botanica è stata analizzata per definirne i vari costituenti. Niente che renda la vita più facile al consumatore, vero? Il rosmarino (Rosmarinus officinalis) è un esempio eccellente . Questa pianta presenta tre possibili chemiotipi: Rosmarinus officinalis L camphoriferum (o canfora di rosmarino) Rosmarinus officinalis L. cineoliferum (o cineolo del rosmarino) Rosmarinus officinalis L. verbenoniferum (o Rosmarino verbenone) Sono tutti Rosmarinus officinalis, ma il loro uso si differenzia in base alle molecole aromatiche dominanti. Come usare oli essenziali? Gli OE vengono utilizzati per diffusione (utilizzando un diffusore), inalazione, applicazione topica o, in rari casi, per via orale, ma solo su consiglio di un terapeuta riconosciuto e certificato. Nelle ricette con applicazioni topiche frequenti (prodotti di uso quotidiano ad esempio) la concentrazione di oli essenziali non dovrebbe mai superare il 2% del totale dei grassi o della ricetta. Le ricette più terapeutiche (balsamo decongestionante, balsamo muscolare, olio antizanzare) raggiungono concentrazioni più elevate, ma sono pensate per un uso occasionale (non quotidiano!). MANIFESTO SUGLI OLI ESSENZIALI 1. Informati (e datti la possibilità di farlo). Gli oli essenziali sono un mondo a sé. Un campo. Una scienza. Per usarli in modo intelligente e sensato, bisogna imparare a conoscerli. Informati, leggi libri, consulta un aromaterapeuta, fai domande. Se intendi realizzare i tuoi prodotti di cosmesi naturale con gli oli essenziali, la responsabilità ricade ora sulle tue spalle. TU sei il produttore, TU sei responsabile degli effetti che possono avere sui loro utilizzatori, tu per prim ə . A prescindere da ciò che una ricetta può suggerire, è tua responsabilità assicurarti che gli oli essenziali suggeriti siano adatti a TE. Alcuni sono sconsigliati in gravidanza, nei neonati e nei bambini, negli epilettici, nelle persone affette da cancro ormono-dipendente, ecc. Proprio come in cucina, se soffri di allergie o di diabete e hai intenzione di preparare una torta, devi assicurarvi che gli ingredienti utilizzati siano adatti alla tua persona. 2. Procurati oli essenziali di qualità. Sul mercato esistono diversi marchi e aziende che offrono oli essenziali. Alcuni sono diluiti, altri sono puri, altri ancora sono "contaminati". Come si fa a conoscere la qualità di un olio essenziale? Spesso si trovano indizi sulla boccetta , ma è anche possibile ottenere informazioni direttamente dai produttori , dai distributori e dai venditori . Ecco tutti gli elementi che dovrebbero essere presenti sulle boccette di oli essenziali, o almeno accessibili tramite il fornitore: Il nome comune della pianta (ad esempio, salvia sclarea ); Il nome latino completo, compresi genere e specie. L'olio essenziale di salvia non dice molto, poiché ne esistono diverse specie. Lo stesso vale per la lavanda, di cui esistono diverse specie e varietà. Bisogna sapere con cosa si ha a che fare, perché alcune varietà o specie possono avere controindicazioni, mentre altre no. Ad esempio, nel caso della lavanda , si dovrebbe poter leggere: Lavandula angustifolia o Lavandula stoechas . Una è innocua, l'altra è abortiva. È quindi molto importante essere in grado di riconoscere la differenza! La parte della pianta utilizzata (ad esempio, foglie, fiori, sommità fiorite, corteccia); L'origine (paese); Il chemiotipo: una stessa pianta può avere molecole aromatiche completamente diverse. Il chemiotipo è indicato dopo il nome latino; Il numero di lotto: i numeri di lotto consentono di risalire al produttore del contenuto della bottiglia di olio essenziale; La bottiglia deve essere ambrata, non trasparente, poiché gli oli essenziali sono sensibili alla luce e all'ossidazione. 3. Diluisci gli oli essenziali. Con poche eccezioni, gli oli essenziali non vengono mai utilizzati puri . Devono essere diluiti in un olio vegetale o in alcool (idealmente, il contenuto di alcool dovrebbe essere pari o superiore al 70%). Alcuni oli essenziali hanno tassi di diluizione specifici. Nei prodotti cosmetici, di solito si utilizza l'1 o il 2% di oli essenziali (del volume totale dell'ingrediente in cui l'olio essenziale può essere diluito nel prodotto finito, ad esempio l'olio vegetale). Ricorda che gli oli essenziali non si diluiscono con l'acqua . Se ti viene voglia di mettere qualche goccia nell'acqua del bagno: fermati. Bisogna prima diluirlo in un olio vegetale o in un sapone (ad esempio, sapone di Castiglia liquido o bagnoschiuma). Esempi di diluizione: Se si prepara un balsamo per labbra da 15 ml, si può calcolare la concentrazione di olio essenziale in relazione alla quantità totale di prodotto finito (perché la ricetta prevede solo materia grassa, ovvero oli, burri vegetali e cera. Se vogliamo mettere il 2% di oli essenziali allora il calcolo da fare è quindi: 2% di 15ml = 0,3ml di olio essenziale. Se si prepara un litro di sale da bagno e vi si mettono solo 40 ml di olio, non si può calcolare la concentrazione di olio essenziale sull'intero litro di prodotto finito, ma solo sulla quantità di olio che contiene. L'olio essenziale non si diluisce nel sale, tanto meno nell'acqua del bagno. Il calcolo da fare è quindi: 2% di 40ml (di olio) = 5ml di olio essenziale Nel caso delle creme, la concentrazione di oli essenziali può essere calcolata sul volume/peso totale della crema, in quanto si tratta di emulsioni che permettono di diluire gli oli essenziali in tutto il prodotto. La percentuale di diluizione pu ó variare a seconda delle fascia di età. In questo articolo potrai trovare dei riferimenti utili per approfondire. 4. Non ingerire gli oli essenziali. Nei rari casi in cui l'ingestione interna potrebbe essere interessante, si raccomanda di farlo sotto la supervisione di un professionista sanitario competente. Si noti che alcune società di network marketing promuovono questo tipo di ingestione, ma non è richiesta alcuna formazione per diventare consulenti. Quindi attenzione, attenzione, attenzione. L'uso topico (cioè sulla pelle), con dosaggi cosmetici (circa il 2% di diluizione) è MOLTO sicuro. È quando si arriva ai dosaggi terapeutici e agli usi interni che la questione diventa molto più delicata e richiede una grande conoscenza (che in genere non abbiamo). 5. Informati sulla fotosensibilizzazione e sulla dermocausticità dell'olio essenziale. Alcuni oli essenziali possono causare irritazioni o scolorimenti della pelle. Per quanto riguarda gli oli essenziali dermocaustici, possono causare forti irritazioni, persino ustioni della pelle e delle mucose se usati puri sull'epidermide. OE dermocaustici e/o irritanti (elenco non esaustivo) : - Senape (Brassica nigra) - Basilico tropicale (Ocimum basilicum var. basilicum) - Cannella di Ceylon e cinese (Cinnamomum zeylanicum o Cinnamomum vera e Cinnamomum cassia): la peggiore di tutte! - Citronella (Cymbopogon flexuosus e Cymbopogon winterianus) - Croton (Croton tiglium) - Dragoncello (Artemisia draconculus) - Eucalipto citronato (Eucalyptus citriodora) - Eucalipto (Eucalyptus globulus) - Wintergreen (Gaultheria procumbens e Gaultheria fragrantissima) - Garofano (Eugenia caryophyllus) - Katafray (Cedrelopsis grevei) - Lavanda aspica (Lavandula latifolia) - Mandarino (Citrus reticulata) - Menta piperita (Mentha piperita) - Origano compatto (Origanum compactum) - Origano spagnolo (Corydothymus capitatus) - Rosmarino , canfora, cineolo e verbenone (Rosmarinus officinalis L. camphoriferum, Rosmarinus officinalis L. cineoliferum, Rosmarinus officinalis L. verbenoniferum) - Sabina (Juniperus sabina) - Timo e carvacolo (Thymus vulgaris ct thymol e Thymus vulgaris ct carvacrol) - Verbena indiana (Cymbopogon citratus) Gli oli essenziali fotosensibilizzanti possono provocare una reazione cutanea in seguito alla loro applicazione e all'esposizione al sole. Sono le loro molecole di cumarina a essere responsabili di questa reazione. OE fotosensibilizzanti (elenco non esaustivo): - Angelica (Angelica archangelica) - Bergamotto (Citrus aurantium ssp. bergamia) - Limone (Citrus limonum) - Sedano (Apium graveolens) - Cumino (Cuminum cyminum) - Khella (Ammi visnaga) - Tiglio (Citrus aurantifolia limetta) - Levistico (Levisticum officinalis) - Mandarino (Citrus reticulata) - Erba di San Giovanni (Hypericum perforatum) - Arancio amaro (Citrus aurantia ssp. amara) - Opopanax (Opoponax chironium) - Pompelmo (Citrus paradisii) - Ruta da giardino (Ruta graveolens) - Tagete (Tagetes minuta) Si noti che oggi è possibile ottenere oli essenziali rettificati, cioè ridistillati per purificarli da componenti indesiderabili, come le furocumarine, molecole fotosensibilizzanti. La loro qualità aromaterapica è minore, ma per i prodotti cosmetici può essere interessante! 6. Gli oli essenziali sono preziosi. Gli oli essenziali devono essere considerati un ingrediente prezioso con proprietà terapeutiche. La produzione di oli essenziali richiede molte piante. Per darti un'idea, per ottenere UNA GOCCIA di olio essenziale di rosa (Rosa x damascena) bisogna prendere tutti i petali di 30-50 rose. Solo una piccola goccia. Sì. Ovviamente, la resa varia da pianta a pianta. La rosa è probabilmente una delle piante a più basso rendimento, ma in generale raramente si ottiene più dell'1% di rendimento. Diciamo che dà un significato completamente nuovo all'espressione "beh, una goccia in più o in meno...". 7. Non usare gli oli essenziali solo per il loro odore. Se vuoi usare un olio essenziale solo per profumare i vostri prodotti per la pulizia o di cosmesi, ti direi di non farlo o di limitare il più possibile questo uso. SPECIALMENTE se il prodotto per la pulizia in questione non contiene ingredienti che consentano di diluire gli oli essenziali (ad esempio, un detergente per finestre o piani di lavoro a base di aceto). Si consiglia di farlo solo nelle ricette che contengono sapone, come il sapone di Castiglia, ad esempio, o alcol. Oltre a essere altamente volatile (quindi l'odore non rimarrà a lungo), questo olio essenziale finirà nel sistema delle acque reflue . In grandi quantità, ciò può avere un impatto sull'ecosistema acquatico. È quindi importante utilizzare questi concentrati di principi attivi in modo consapevole e sensato . L'uso di oli essenziali nel sapone per il bucato dovrebbe essere evitato, poiché gli oli essenziali non sono solubili in acqua, saranno per lo più lavati via durante il risciacquo e i pochi oli essenziali rimasti (cioè l'odore) evaporeranno rapidamente. Lo stesso consiglio vale per i cosmetici. Senza impazzire, ovviamente. Ma è bene tenere presente che se si aggiungono oli essenziali a un prodotto cosmetico, lo si deve fare per le loro proprietà e non solo per il loro profumo. 8. Dai consigli con grande attenzione. Tua zia ha un'infiammazione? Lo so che hai buone intenzioni nel suggerire oli essenziali per la sua salute... ma conosci la sua storia clinica? L'elenco dei farmaci che assume? Le sue allergie? Lei è un aromaterapeuta? Se hai risposto negativamente a una o più di queste domande, potresti non essere in grado di offrire un trattamento con oli essenziali. Invitala a consultare un aromaterapeuta o invitale a saperne di più sugli oli essenziali, ma è meglio limitarsi a questo ed essere sempre prudenti. 9. Rispetta gli altri. Diffondere patchouli puro (una pessima idea per il tuo diffusore, tra l'altro!) per tutto il giorno in previsione dell'arrivo di un ospite a cena può sembrare una buona idea, ma in realtà potrebbe non esserlo. Alcune persone hanno un olfatto delicato, sensibilità, storia medica, gusti diversi. Prima di profumare la casa con il tuo olio essenziale preferito, chiedi ai tuoi ospiti se hanno qualche restrizione. In caso di dubbio, è difficile battere un'infornata di biscotti come profumo di benvenuto nel tuo mondo! Questa raccomandazione vale anche se si svolgono lavoro di contatto (massaggiatore, parrucchiere, ecc.). Evitiamo di imburrarci con gli oli essenziali! E dovrebbe essere così anche per i profumi, ma questa è un'altra storia... 10. Diffondi con parsimonia. Diffondere tutto il giorno? Non è una buona idea. L'ideale è alternare: diffondere per 30 minuti, interrompere per 30-60 minuti. È preferibile diffondere l'olio essenziale in una stanza con una buona circolazione d'aria. Soprattutto se si hanno animali, questi devono poter lasciare la stanza in caso di disagio. Neonati o bambini piccoli nelle vicinanze? Devi fare molta attenzione. Al di sotto dei tre mesi di età, l'uso di oli essenziali dovrebbe essere completamente evitato, sia per via topica che per diffusione. I polmoni e il sistema nervoso sono ancora molto giovani e non completamente sviluppati. È meglio astenersi. Dopo i tre mesi, alcuni oli essenziali possono essere diffusi, ma non quando il bambino è nella stanza. 11. È necessario prendere ulteriori precauzioni per i bambini, le donne incinte e le madri che allattano. Come per i farmaci e i prodotti tossici, gli oli essenziali vanno tenuti fuori dalla portata dei bambini. 12. Tienili lontani dal fuoco. Gli oli essenziali non devono entrare in contatto con fiamme libere. Non dico che siano esplosivi, tutt'altro. Sono infiammabili e hanno punti di infiammabilità che variano da un olio all'altro. Si noti che gli oli essenziali contenuti nelle candele aromatizzate sono sicuri, poiché vengono selezionati in base al loro punto di infiammabilità e sono ampiamente diluiti. Voilà! Spero che queste semplici raccomandazioni possano guidarti nel godere al massimo dei meravigliosi oli essenziali e in totale sicurezza. Buona fabbricazione! Fonti: Essential Oil Safety, Tisserand & Young (2014) https://www.aromaweb.com/articles/essential-oil-yields.asp https://tisserandinstitute.org/safety/safety-guidelines/ https://verysafehands.co.uk/blogs/guides/everything-you-need-to-know-about-aromatherapy-in-pregnancy-labour?fbclid=IwAR0cFgmaGD0J5CLZRZZlylOH_pWq3Gj7ezCet8seOgmzmn4VA21ZNSwRaCo Vuoi fare in casa i tuoi prodotti di igiene e cosmesi? Se desideri metterti in gioco, facendoti accompagnare nelle tue prime ricette di sapone e cosmesi fatta in casa, qui trovi il calendario aggiornato dei corsi . Se invece preferisci lavorare in autonomia, qui sotto trovi le mie dispense complete che ti guideranno passo passo nella realizzazione dei tuoi prodotti. Buon viaggio nel mondo del sapone e cosmesi DIY 🫧 Francesca

  • Come riconoscere il mio tipo di pelle? 3 domande da farsi prima di acquistare un prodotto cosmetico

    La nozione di tipo di pelle ha in realtà molta meno importanza di quello che si pensi. Vediamo insieme le macro categorie di pelli e le loro caratteristiche. Pelle grassa Hai la pelle grassa se: i tuoi pori sono visibili sul viso; al tatto la pelle è oleosa; la pelle è spessa quando la pizzichi; la pelle è relativamente soda ed elastica; la pelle diventa lucida rapidamente a causa del sebo, anche appena dopo aver pulito il viso. Pelle secca Hai la pelle secca se: la texture della tua pelle è fine; al tatto la pelle è rugosa; la pelle si raggrinzisce quando la pizzichi; è fastidiosa dopo la detersione (prurito, pelle che tira...). Pelle mista Ti riconosci sia nelle caratteristiche della pelle grassa che della pelle secca? È normale, la grande maggioranza degli umani ha la pelle mista o grassa. Al tipo di pelle si aggiungono anche sensibilità e tasso di idratazione della pelle. È possibile quindi avere la pelle grassa, ma fastidiosa o irritata perché disidratata e sensibile. La verità? Ogni pelle è unica Ma niente panico: tutte le pelli hanno gli stessi bisogni: pulizia, idratazione e protezione . È nella scelta dei prodotti utilizzati che adattiamo le cure al proprio tipo di pelle. Optiamo semplicemente per ciò che ci apporta maggiore benessere: textures fresche e leggere per la cura della pelle a tendenza grassa, dei prodotti più ricchi e compatti per le altre pelli. 3 domande da farsi prima di acquistare un prodotto cosmetico Non preoccuparti troppo di identificarti in un certo tipo di pelle. Poniti queste tre domande essenziali prima di prenderti cura della tua pelle: La mia pelle è sensibile o resiste a quasi tutti i tipi di stimoli? Se è sensibile, è necessario scegliere dei prodotti dolci e poco attivi, ed optare per delle cure protettive; La mia pelle è "comoda" e quindi ben idratata? Se è disidratata, la pelle tira e la tinta è tenue. Bisognerà allora migliorare il proprio regime alimentare, bere di più e nutrire la pelle con degli acidi grassi (oli e burri); La mia pelle è danneggiata? In caso di acne, di eczema o altre dermatiti, è necessario consultare una persona specialista ed optare per un trattamento su misura. Hai mai osservato la tua pelle? Che caratteristiche ha? In che modo te ne prendi cura? Se ti va raccontamelo nei commenti 🫧 Un abbraccio, Francesca Vuoi fare in casa i tuoi prodotti di igiene e cosmesi? Se desideri metterti in gioco, facendoti accompagnare nelle tue prime ricette di sapone e cosmesi fatta in casa, qui trovi il calendario aggiornato dei corsi . Se invece preferisci lavorare in autonomia, qui sotto trovi le mie dispense complete  che ti guideranno passo passo nella realizzazione dei tuoi prodotti. Buon viaggio nel mondo del sapone e cosmesi DIY 🫧 Francesca

  • Domande frequenti sulla produzione della crema fai da te per viso/corpo (emulsione olio in acqua O/W)

    Quanto dura una crema fatta in casa? Posso usare la crema per il corpo anche sul viso? Come posso migliorare la texture della mia crema? Queste sono solo alcune delle domande che mi vengono chieste più frequentemente  durante i miei corsi di crema fai da te per viso/corpo . Ho deciso di raccogliere tutte le domande (e relative risposte) in questo articolo, che aggiornerò nel tempo . Per facilitare la lettura ho raccolto le domande per macro-tematiche. Se hai altre domande sulla fabbricazione della crema (emulsione olio in acqua - O/W), non esitare a scriverle nei commenti! Formulazione & composizione di una crema fai da te Nella mia crema devo per forza usare sia un liquido che un olio/burro? Sì , quando si parla di crema c'é sempre una fase acquosa e una oleosa. Se ci fosse solo una fase grassa allora si tratterebbe di un burro corpo. In questo articolo ho spiegato nel dettaglio come realizzare una crema (emulsione). Nella mia crema posso usare qualsiasi tipo di liquido? Sì . I liquidi più utilizzati per la realizzazione di un crema si utilizzano acqua distillata, oppure infusi di erbe filtrati o ancora idrolati o gel di aloe vera. Nella mia crema posso usare qualsiasi tipo di olio e burro? Sì . I grassi più utilizzati per la realizzazione di una crema sono gli oli vegetali (liquidi) perché hanno un'ottima resa di texture leggera per la crema. Se utilizzi dei burri (es. karité, cacao), più questi sono solidi più incideranno sulla consistenza finale della crema. Posso sostituire alcuni ingredienti con altri? Si. Diversi ingredienti sono intercambiabili nelle ricette di creme, come gli oli essenziali, che si possono sostituire con altri, purché si rispettino le quantità e le raccomandazioni per questi particolari ingredienti. Lo stesso vale per gli oli vegetali, i burri e gli idrolati. Posso usare la cera al posto dell'emulsionante? Sni . La consistenza della crema cambia a seconda dell'emulsionante scelto. La cera non è un vero e proprio emulsioanante , è un agente di consistenza che ci aiuta ad ottenere una texture cremosa. Tuttavia non è semplicissima da usare per la realizzazione di una crema, poiché bisogna fare attenzione alle temperature. Se ti va di provare ad usare la cera, qui trovi una ricetta che ho già testato e che mi piace molto. Posso preparare una crema senza un mini frullino o un mixer / una bilancia di precisione / un termometro? Meglio di no . Come in molte discipline, per ottenere i migliori risultati è necessario disporre degli strumenti giusti! Le ricette delle creme richiedono precisione e accuratezza (di più rispetto a saponi o burri solidi per esempio). Posso raddoppiare, triplicare o quadruplicare la ricetta che ho? Sì , si può anche dividere la ricetta per lavorare su quantità più piccole (es. 30g è l'ideale per testare una ricetta!). La mia crema non è bianca! Cosa ho fatto di sbagliato? Non hai sbagliato nulla! Gli oli vegetali pigmentati (olio di oliva extra vergine, canapa, olivello spinoso, camelina, carota, ecc.) e alcuni additivi (es. oli essenziali) possono apportare un colore diverso alla crema. Questo è perfettamente normale! Se invece la tua crema appena prodotta è bianca e poi cambia colore significa che è successo qualcosa che potrebbe aver compromesso il prodotto stesso... La mia crema è troppo liquida, cosa posso fare? Dopo l'emulsione, la crema è talvolta molto liquida, quasi come un latte. Questo è perfettamente normale perché la temperatura è ancora alta . La crema deve raffreddarsi prima di raggiungere la sua vera consistenza, il che può richiedere fino a 24 ore. Non farti prendere dal panico e non continuare a emulsionare per più di 3 minuti. Se, nonostante tutto, la crema rimane liquida , significa che c'è stato un errore nelle misurazioni o nell'emulsione. Fa tutto parte del processo di apprendimento! Non arrenderti! La mia crema va fuori fase (si separa). Qual è il problema? In questo caso ci sono diverse possibilità: Hai cambiato troppo la ricetta . Sì, è possibile sostituire un olio vegetale con un altro. Lo stesso vale per gli idrolati e gli oli essenziali, nelle stesse quantità. Tuttavia, ogni ingrediente ha comunque una composizione leggermente diversa, che sia per gli acidi grassi che costituiscono gli oli oppure per la texture che li caratterizzano. Queste piccole differenze messe assieme possono fare la differenza e compromettere la produzione. Ispirati alle ricette che già conosci e fai dei piccoli cambiamenti alla volta per vedere che cosa succede! Il peso degli ingredienti è sbagliato o impreciso. Assicurati di pesare correttamente ogni ingrediente con una bilancia di precisione . La precisione è fondamentale in questo tipo di autoproduzione! La fase acquosa è evaporata troppo durante il riscaldamento. Metti un coperchio sul contenitore contenente la fase acquosa; questo limiterà l'evaporazione e recupererà la maggior quantità possibile di fase acquosa. L'emulsione non è stata realizzata con l' attrezzo giusto . I frullini montalatte sono perfetti, ma se usi una frusta elettrica non è detto che l'emulsione si faccia correttamente. Gli ingredienti non hanno raggiunto la temperatura giusta . Se troppo fredde o troppo calde le due fasi rischiano di non riuscire ad emulsionarsi correttamente. La crema è stata emulsionata troppo a lungo o troppo poco . Ti consiglio di emulsionare per 2 o 3 minuti al massimo. La crema era troppo calda o troppo fredda. È stata portata in giro in una borsa nel bel mezzo di un'ondata di caldo? È stata lasciata in macchina? È stata messa in frigorifero? Un'emulsione deve essere conservata a temperatura ambiente . Confezionamento e conservazione della crema fai da te Devo per forza usare i conservanti?   Sni . I conservanti sono sempre opzionali, ma garantiscono una conservazione ottimale fino a 6/12 mesi. Se decidi di non utilizzare i conservanti, tieni la tua crema in frigo nei periodi estivi e cerca di consumarla entro un paio di settimane. Posso sostituire il conservante antibatterico con la vitamina E? No . La vitamina E è un antiossidante, non un antibatterico. Prolunga la durata di conservazione di una crema rallentando l'irrancidimento degli oli, ma non ha alcun impatto sullo sviluppo di batteri e muffe. Essendoci una fase acquosa e una oleosa è quindi bene utilizzare sia un antibatterico che un antiossidante. Cosa succede se non inserisco un conservante nella mia crema? Se si utilizza una crema scaduta o non conservata bene, si possono rischiare gravi infezioni cutanee. Sempre meglio usare i conservanti! Quanto tempo si conserva la crema fatta in casa? Se hai seguito alla lettera la ricetta, la tua crema si conserverà tranquillamente per almeno 6 mesi . A seconda degli oli che scegli potrebbe durare di più o di meno. Gli oli di canapa o di rosa mosqueta, per esempio, tendono ad irrancidire rapidamente. Come posso conservare correttamente la mia crema fatta in casa? Per sicurezza, assicurati di conservarla in un luogo asciutto a temperatura ambiente , lontano dalla luce diretta del sole. Puoi optare per un contenitore a pompa per ridurre il contatto tra le mani e il prodotto. Se utilizzi un barattolo, è possibile rimuovere la crema con una piccola spatola o con le mani accuratamente lavate e asciugate. In ogni caso, meglio il contenitore protegga bene dalla luce (quindi bene ambrato, satinato o completamente coprente). Infine, non dimenticarti di apporre un'etichetta sul contenitore annotando la data di fabbricazione della crema e gli ingredienti usati! Come posso capire se la mia crema è andata a male? Se la crema cambia rapidamente colore, consistenza o odore , è meglio buttarla via. Vedi un piccolo rivolo d'olio sulla superficie della crema? Niente panico: mescola per amalgamarla bene. Se invece vedi molta acqua sul fondo del contenitore, l'emulsione non è riuscita e la crema potrebbe essere contaminata. Ti consiglio di buttarla via. Altre domande Posso usare la mia crema sia sul viso che sul corpo? Certamente . Non c'è scritto da nessuna parte che non si possa fare. Una crema fatta con emulsione olio in acqua (O/W) tende ad essere piuttosto leggera, per questo è ideale per l'utilizzo sul viso dove la pelle è in grado di assorbirla rapidamente. Puoi usarla anche sul corpo, ovviamente ti renderai conto che sul corpo non rimarrà a lungo e dovrai quindi applicarla più spesso per mantenere la pelle ben protetta e nutrita. Hai altre domande che vorresti farmi sulla crema fai da te? Lascia un commento a questo articolo! Vuoi imparare a fare in casa i tuoi prodotti di igiene e cosmesi naturale? Se desideri metterti in gioco, facendoti accompagnare nelle tue prime ricette di sapone e cosmesi fatta in casa, qui trovi il calendario aggiornato dei corsi . Se invece preferisci lavorare in autonomia, qui sotto trovi le mie dispense complete  che ti guideranno passo passo nella realizzazione dei tuoi prodotti. Buon viaggio nel mondo del sapone e cosmesi DIY 🫧 Francesca

  • Tutorial: come e quando pulire la lavatrice (in modo naturale). La guida pratica che stavi aspettando!

    Io credo di non aver mai pulito la lavatrice. Finché ho scoperto che prendendoci cura dei nostri elettrodomestici (carezze e bacini a parte) gli allunga notevolmente la vita. Quindi perché non iniziare oggi? In questo articolo "tutorial" ti guiderò passo passo alla scoperta di come e quando pulire la lavatrice (con ingredienti naturali ovviamente). Insomma, la guida pratica che stavi aspettando! I soliti due problemi: lavatrice intasata e cattivi odori Le due ragioni che di solito ci spingono a mettere mano alla lavatrice (per pulirla) risiedono nei soliti due problemi: scarico intasato e/o cattivi odori. Le possibili cause del cattivo odore che puoi sentire nella lavatrice. Lo sporco e gli odori sgradevoli non si formano per caso. Se la tua lavatrice inizia ad intasarsi e ad emanare cattivi odori, probabilmente hai fatto qualcosa che non va. Innanzitutto, una lavatrice può avere un cattivo odore perché i capi molto sporchi vengono lavati a temperature troppo basse. Più i capi molto sporchi vengono lavati a basse temperature, più i batteri su di essi saranno resistenti . Si depositeranno quindi nel cestello dell'elettrodomestico e vivranno la loro piccola vita! In altre parole, si moltiplicheranno e causeranno cattivi odori... 💡 In generale, possiamo dire che i cicli brevi a bassa temperatura dovrebbero essere riservati ai capi poco sporchi . Per la biancheria per la casa o l'abbigliamento sportivo, ad esempio, è indispensabile eseguire un programma leggermente più lungo e a temperatura più elevata. La lavatrice può provocare cattivi odori anche per altri motivi , se: si chiude lo sportello senza dare al cestello il tempo di asciugarsi; si lascia la biancheria bagnata in lavatrice per troppo tempo prima di stenderla; non si puliscono le guarnizioni del cestello e i rifiuti (capelli, peli, pezzi di fazzoletto, ecc.), dove vi si accumulano nel tempo batteri e residui; non si pulisce abbastanza il cassetto del detersivo e dell'ammorbidente; i cattivi odori possono poi derivare anche da uno scarico dell'acqua ostruito. Le possibili cause dell'intasamento della lavatrice. Se la lavatrice si intasa significa che: il calcare e/o i rifiuti lasciati nelle tasche (ciao fazzoletti usati!) ostruiscono lo scarico; i cicli brevi a basse temperature non permettono ai detersivi (spesso in polvere) di sciogliersi del tutto, andando quindi ad intasare il cestello e l'oblò. Ecco qualche consiglio per evitare che la tua lavatrice si intasi : Non sovraccaricare la lavatrice. Dosa correttamente il detersivo (in polvere, liquido e in capsule). Spesso ne serve molto meno di quello che credi! Non utilizzare solo cicli brevi a basse temperature. Non lasciare i capi umidi nella macchina per troppo tempo. Lascia asciugare il cestello e il dosatore del detersivo dopo ogni ciclo (lascia aperti lo sportello e  l'oblò). Pulisci la lavatrice di tanto in tanto con prodotti naturali. Quali sono le parti della lavatrice da pulire? Vediamo ora quali sono le parti della lavatrice che devono essere pulite per prevenire o eliminare questi due problemi frequenti: come primo passo, possiamo pulire la gomma , di solito la parte che emana l'odore peggiore. Si tratta del famoso punto in cui spesso si incastrano i calzini e in cui tendono ad accumularsi i depositi di capelli (ed altri rifiuti)! Successivamente, possiamo pulire il cestello della lavatrice. Il cestello è il luogo in cui si mettono i vestiti sporchi. È qui che i batteri possono rimanere intrappolati e proliferare! È possibile pulire anche il cassetto del detersivo . Qui si mettono il detersivo in polvere o liquido (anche se il detersivo liquido sarebbe meglio metterlo direttamente nel cestello con una pallina dosatrice) e l'ammorbidente. Nella maggior parte dei casi, questa parte della lavatrice è rimovibile per essere pulita. Spesso è anche la parte più snobbata perché "cosa lo pulisco a fare uno spazio dove metto già del sapone che deve pulire?". Infine, è possibile pulire il filtro e lo scarico . È qui che vanno a finire i rifiuti e l'acqua sporca. Infine, se vuoi andare oltre, puoi pulire anche l'oblò (se ne hai uno). ‍ Parti della lavatrice da pulire Quali ingredienti naturali usare per pulire la lavatrice? Come ben sai, in commercio esistono prodotti già pronti per la pulizia della lavatrice. Il problema? La loro composizione non è sempre ottimale per l'elettrodomestico, per gli scarichi, ma anche (e soprattutto) per il pianeta. Spesso il marketing guida i nostri acquisti e ci porta a comprare tanti detersivi quante sono le parti della lavatrice da pulire. Davvero necessario? Non credo. Andiamo quindi alla ricerca delle alternative naturali e soprattutto versatili (che ti permetteranno di pulire anche molte altre cose!). L' aceto bianco (il nostro caro vecchio amico) può essere usato per decalcificare la lavatrice e per lavare il cestello , il vetro e l' esterno della macchina. L' acqua calda e (se proprio) un po' di sapone di Marsiglia puliscono molto bene il dosatore del detersivo. Per pulire il vetro e le guarnizioni (la parte in gomma) si può usare un semplice panno umido e/o uno spray sgrassante/vetri . Spesso viene consigliato il bicarbonato di sodio per pulire a fondo il cestello . TUTTAVIA il bicarbonato, quando riscaldato (in stato secco o in soluzione) gradualmente si trasforma in carbonato di sodio (calcare) quindi, se inserito in lavatrice, causa inconvenienti simili a quest'ultimo (ovvero essendo insolubile, precipita sui nostri tessuti, che necessiteranno di un secondo risciacquo). Al posto del bicarbonato ti consiglierei di usare il percarbonato (si attiva con cicli con temperature superiori ai 50°). Tutti questi ingredienti ritornano nel mondo dell'igiene naturale autoprodotta. Se ti va di provare a realizzare i tuoi detersivi e detergenti in casa, forse posso aiutarti io! Qui trovi tutti i miei corsi , in presenza e online. Io te l'ho detto. Vedi tu 😉 Ma adesso passiamo alle cose serie: che cosa dobbiamo fare ad ogni lavaggio? Cosa ogni tre mesi? Cosa due volte all'anno? Vediamolo subito! Pulizia della lavatrice passo dopo passo (guida dettagliata dei passaggi e frequenza di pulizia consigliata). Cose da fare ad ogni lavaggio Per evitare che le parti meccaniche della lavatrice si usurino troppo rapidamente, non riempire troppo il cestello . Aggiungi ad ogni lavaggio 40ml di ammorbidente autoprodotto (che puoi ottenere sciogliendo in 900ml di acqua tiepida 200 g di acido citrico). Non utilizzare troppo detersivo , perché rischi di intasare la macchina. Dopo il lavaggio, lascia aperta la finestra del bagno/lavanderia , il dosatore e cassetto del detersivo, nonché l'oblò per far uscire l'umidità e prevenire la formazione di muffa. Ricorda anche di rimuovere eventuali piccoli oggetti dalle tasche (se possibile prima di mettere i capi in lavatrice per lavarli!). Questi possono causare danni gravi o addirittura irreparabili. Cose da fare almeno una volta al mese Per una cura ottimale della tua lavatrice, ti consiglio di eseguire queste operazioni almeno una volta al mese : 👉🏼 Cassetto del detersivo : rimuovi i componenti (compreso il piccolo sifone) e lasciali in ammollo per 15 minuti in una bacinella di acqua calda mescolata con aceto bianco (o acido citrico) per eliminare eventuali ristagni di prodotto e muffa. In alternativa utilizza un panno e un po' di sapone di Marsiglia. Pulire, asciugare e rimettere tutto a posto. 👉🏼 Per il cestello , niente di troppo complicato! Basta inumidire un panno con aceto bianco per pulirlo a mano, oppure eseguire un programma vuoto a 60° (o con pochi capi) e sostituire il detersivo con aceto bianco. 👉🏼 Per le guarnizioni e l'oblò , vale lo stesso discorso fatto per il cestello: inumidisci un panno con aceto bianco e strofina bene! 💪🏼 Non utilizzare prodotti detergenti abrasivi sulle guarnizioni (o sul tamburo). È sufficiente utilizzare una spugna morbida imbevuta di acqua calda e aceto bianco/acido citrico. Per le zone più difficili da raggiungere, utilizza uno spazzolino da denti. Questa pulizia regolare ti aiuterà a mantenere una buona tenuta e ad evitare perdite d'acqua. 👉🏼 Per quanto riguarda i filtri , ti consiglio di controllare il manuale della tua lavatrice. Se non lo hai conservato, potrai trovarlo facilmente su Internet digitando la marca e il modello del tuo elettrodomestico. 👉🏼 Infine, per pulire l' esterno della tua lavatrice, puoi usare aceto bianco e un panno morbido o sapone di Marsiglia e una spugna, oppure uno spray sgrassante/vetri delicato (senza alcol), come preferisci! Cose da fare ogni 3 mesi Il filtro di scarico deve essere sempre mantenuto pulito per garantire prestazioni ottimali. Il filtro di scarico si trova nella parte inferiore del pannello frontale, dietro un piccolo sportello. Per rimuovere il filtro e pulirlo correttamente, meglio consultare le istruzioni per l'uso della lavatrice.Per pulire il filtro, ogni tre mesi è necessario: chiudere l'alimentazione dell'acqua; svitare il tubo flessibile (la parte attaccata alla macchina); estrarre il filtro con una pinza e pulirlo dalle impurità con una spazzola morbida. Cose da fare due volte all'anno Indispensabile almeno un paio di volte all'anno è la decalcificazione della lavatrice. Più l'acqua di casa è dura (calcarea) più sarà necessario effettuare questo passaggio di frequente (anche ogni 3 mesi). La decalcificazione  della lavatrice è super semplice. Versa una tazza di percarbonato nella vasca della macchina (cestello) e fai partire un programma a 60° (anche a 90° è una buona idea) a vuoto! L'ideale, per un risultato ancora più efficace, è avviare un programma a 90°C e, una volta riempito il cestello, spegnere la macchina. Lasciare agire per 30 minuti circa e riavviare la lavatrice per completare il ciclo. Se rimangono dei residui nella vasca, puliscili con un panno imbevuto di aceto bianco. Che dire, ora hai tutto ciò che ti serve per prenderti cura al meglio della tua lavatrice e in modo naturale! 😊 Non ti resta che rimboccarti le maniche e coccolare la tua lavatrice!

  • Ricetta: detersivo liquido per lavatrice alla castagna (matta). Semplice ed efficace!

    La natura è sempre la nostra migliore alleata: ecco perché in questo articolo condivido la ricetta (semplicissima!) del detersivo liquido per lavatrice alle castagne matte. Scopriamo insieme tutte le caratteristiche di questo frutto e come realizzare il nostro detersivo ecologico! Quante volte durante i miei corsi di autoproduzione mi avete chiesto se si poteva usare il sapone di marsiglia autoprodotto nella lavatrice. SPOILER: meglio di no. Il sapone di Marsiglia alla lunga intasa gli scarichi compromettendo il normale funzionamento della lavatrice. Inoltre rilascia dei micro-depositi sui vestiti, difficilmente eliminabili. Ecco perché è quindi indispensabile trovare delle alternative ecologiche ed efficaci se si desidera realizzare in casa il proprio detersivo naturale per il bucato! Questa ricetta di detersivo liquido per lavatrice alla castagna matta è tratta dal libro Clean&Green di Nancy Birtwhistle . Si tratta di una ricetta totalmente naturale ma "stagionale" . Essendo le castagne matte (frutto dell'ippocastano) l'ingrediente principale, si realizza solo quando i frutti sono maturi, ovvero in autunno (settembre e ottobre in particolare). Questi frutti contengono infatti naturalmente saponina, che non compromette in alcun modo il funzionamento della lavatrice (totalmente biodegradabile e non crea depositi). Riconoscere le castagne matte Le castagne matte sono il frutto dell' ippocastano o castagno d'India ( Aesculus hippocastanum) . Essendo un albero di grandi dimensioni, spesso troviamo questa pianta nei nostri parchi e giardini pubblici, perfetta per creare grandi zone d'ombra. La troviamo nelle zone temperate, quindi praticamente ovunque in Italia! La castagna matta è "protetta" da un riccio verde, con piccole punte distanziate e corte e di solito racchiude un solo frutto, che si presenta rotondo, grosso e molto lucido. Le castagne e le castagne matte si differenziano per grandezza e colore : le prime, infatti sono più piccole, meno arrotondate e presentano un ciuffo apicale caratteristico, cosa che le castagne matte non hanno. Le proprietà cosmetiche della castagna matta Le castagne matte non si mangiano ma spesso vengono sfruttate nel mondo cosmetico ed erboristico . Non è raro trovare creme, pomate, tinture madre, estratti secchi a base di ippocastano. Grazie alle sue proprietà lenitive, decongestionanti e tonificanti sulla circolazione gli estratti di Ippocastano sono impiegati in preparati topici per gambe pesanti, fragilità capillare, emorroidi, contusioni, inestetismi della cellulite, rinforzanti dei capelli, couperose. In termini di composizione , nel frutto dell'ippocastano troviamo: Saponine (10-28%): escina, criptoescina, argirescina ( sostanze detergenti che a contatto con l'acqua hanno la capacità di pulire e sgrassare). Flavonoidi: glicosidi della quercitina e del kaempferolo Proantocianidine (OPC) Tannini, Amido Per l'utilizzo che ne faremo noi (come detergente), le castagne matte sostituiscono le famose noci per lavare ( frutto di una pianta tipica dell'Asia, dell'India e del Nepal chiamata Sapindus Mukorossi ) , naturali ovviamente ma esotiche. Non serve andare tanto lontano per quando abbiamo dei meravigliosi ippocastani a portata di mano! Ricetta di detersivo liquido per lavatrice alla castagna matta: ingredienti Ecco le dosi per circa 1L di detersivo liquido per lavatrice alla castagna matta: 130g (13%) di castagne matte (circa 10 castagne) 1L (87%) di acqua bollente Olio essenziale (opzionale) - 20 gocce Attenzione: questa ricetta non si conserva nel tempo . L'ideale sarebbe quindi consumarla il prima possibile (entro 15 giorni dalla produzione) e, nel frattempo, conservarla in frigo. Procedimento Taglia le castagne matte in 4 parti e togli la buccia. Aggiungi 500ml di acqua bollente e lascia in ammollo le castagne nell'acqua calda (a riposo) per circa 8 ore, di modo che rilascino già una parte della saponina e dell'amido e si ammollino per bene. Passate le 8 ore, con un colino filtra il liquido e versalo in una bottiglia da 1L. Aggiungi alle castagne ammollate altri 500ml di acqua bollente, frulla e lascia riposare il tutto per 2/3 ore. Filtra questo secondo composto usando un colino e versa il liquido nella bottiglia da 1L contenente i primi 500ml di prodotto realizzato precedentemente. Una volta freddo, aggiungi dell'olio essenziale (opzionale). Versa il detersivo nella pallina dosatrice direttamente nel cestello (50ml circa di detersivo per capi non particolarmente sporchi). Ricordati di aggiungere ad ogni lavaggio 40ml di ammorbiente autoprodotto nel cassetto della lavatrice (normale vaschetta dell'ammorbidente). Cosa ne dici, è stato facile no? Se questa ricetta ti è piaciuta ed il mondo dell'autoproduzione ti incuriosisce, dai un'occhiata ai miei corsi (in presenza e online) di igiene della casa e cosmesi naturale , magari trovi qualcosa che ti piace! Spero che proverai a realizzare anche tu questa semplice ricetta di detersivo naturale! Se hai bisogno di qualsiasi chiarimento, io sono qui. A presto! Francesca Vuoi fare in casa i tuoi prodotti di igiene e cosmesi? Se desideri metterti in gioco, facendoti accompagnare nelle tue prime ricette di sapone e cosmesi fatta in casa, qui trovi il calendario aggiornato dei corsi . Se invece preferisci lavorare in autonomia, qui sotto trovi le mie dispense complete  che ti guideranno passo passo nella realizzazione dei tuoi prodotti. Buon viaggio nel mondo del sapone e cosmesi DIY 🫧 Francesca Prossimi corsi su questi temi 👇

  • 4 libri su cosmesi, igiene eco e autoproduzione da regalare a Natale - Parte 2

    Più mi cimento nell'autoproduzione di saponi, detersivi e cosmesi naturale, più scopro libri fantastici che possono accompagnarci in questo meraviglioso mondo. Nell'articolo " Cosmesi e autoproduzione: 6 libri da regalare a Natale - Parte 1 " avevo già condiviso dei libri che consiglierei a tutte le persone che cercano un regalo per gli amanti dei prodotti eco per il corpo e per la casa, o per gli amici con cui ami spignattare . In questa Parte 2 proseguo con questo intento e ti presento un'ulteriore selezione di 4 libri da regalare (o regalarci) per questo Natale per prenderci cura di noi con consapevolezza! Questi libri offrono consigli, segreti e ispirazioni per una cosmesi e igiene più consapevole e più sostenibile. Cominciamo ✨ La scienza dei capelli (Elena Accorsi Buttini) - Uno dei miei libri preferiti! Dico solo che l'ho letto tutto d'un fiato rientrando dalla Sardegna in traghetto. Dal titolo potrebbe sembrare pesante, un manuale di quello che ti farebbero studiare all'università. Invece si tratta di un meraviglioso viaggio (storico, culturale e pratico) nel mondo dei capelli : " Cosa pensereste se vi dicessero che i capelli che avete in testa sono “morti”? Perché è proprio così: a differenza di ciò che risiede pochi millimetri sotto la nostra cute, le cellule del capello non hanno attività biologica, quindi non possono fare nessuna di quelle cose che il marketing spesso promette: rigenerarsi, dissetarsi, nutrirsi… Inizia così un viaggio dedicato alla storia, al ruolo sociale e alla simbologia dei capelli, ma anche ai falsi miti e all’hair styling, con informazioni e consigli pratici su come utilizzare al meglio piastre, conditioner e trattamenti specifici. E poi, è vero che lavare troppo i capelli li rovina? Funzionano realmente gli shampoo anticaduta? Come possiamo utilizzare il fon per ottenere una piega migliore? Un libro che, grazie alla competenza dell’autrice, risponde a queste e ad altre domande, ma soprattutto svela tutta la verità su cosa ci mettiamo in testa, con l’obiettivo di renderci più consapevoli, ma anche di ottenere una chioma più sana e bella ". Aggiungo che mi è piaciuto tanto tanto anche l'ultimo capitolo sul patriarcato: perché alla fine quando parli di "beauty" ci si rivolge sempre alle donne... Ma anche gli uomini usano i cosmetici, primi tra tutti i saponi. Temi Complessità Punti forti Ideale per Capelli Facile lettura Risponde a qualsiasi domanda ti venga in mente sui tuoi capelli! Chiunque! Lo proporrei anche alle persone dall'anima tendenzialmente scettica! 📕Scopri di più su questo libro Clean & Green: 101 Hints and Tips for a More Eco-Friendly Home ( Nancy Birtwhistle ) Premetto che purtroppo questo libro non è disponibile in italiano ... ma se mastichi anche solo un pochino l'inglese è fattibile! Nell'ultimo anno ho studiato tanto il tema dei detergenti per la casa. Ecco allora un titolo che per me è stato di riferimento per preparare i miei corsi di detersivi eco fatti in casa ! Nancy è una vera forza della natura ed il suo libro è pieno zeppo di ricette super interessanti spesso con ingredienti che abbiamo già in casa o che possiamo trovare in natura (come questa ricetta di detersivo per la lavatrice alla castagna matta !). Temi Complessità Punti forti Ideale per Detergenti eco per la casa Media (inglese) Ricco di ricette Chi spignatta o ha voglia di mettersi all'autoproduzione 📕Scopri di più su questo libro La magia del bucato (Patric Richardson) Non ho mai davvero saputo come lavare correttamente i miei abiti (a casa mia si è sempre messo tutto insieme e via con il programma rapido della lavatrice!). Grazie a questo libro ho scoperto molte cose utili per prendermi cura dei miei capi e mantenerli "in salute" il più a lungo possibile ! " Non si tratta solo di dividere bianchi e colorati, scegliere il programma migliore ed eliminare i cattivi odori: cambiare il proprio rapporto con la lavatrice è il primo passo per fare ordine e pulizia anche dentro di noi, trasformando la quotidianità del bucato in un atto di cura di sé, delle persone che amiamo, dell’ambiente". Consiglio questo libro perché trovo che diamo troppo per scontato il bucato , un mondo che invece merita di essere esplorato con la semplicità e l'ironia che Patric Richardson riesce a trasmetterci! Temi Complessità Punti forti Ideale per Bucato Facile lettura Consigli pratici per prendersi cura del bucato Tutte le persone che lavano i propri vestiti! 📕Scopri di più su questo libro Gli oli vegetali per la nostra salute. Proprietà e indicazioni d'uso, ricette salutistiche, consigli cosmetici "Francesca che oli mi consigli per fare il sapone ?", "e per fare la crema ?". Due delle domande più frequenti che ricevo durante i miei corsi. Questo libro è un po' datato ma merita comunque il nostro rispetto e vale la pena di tenerlo in considerazione per gli amanti dell'autoproduzione. Gli oli vegetali che usiamo in cucina (più qualcun altro) sono ricchi di proprietà benefiche per la nostra salute (se ingeriti) e per il nostro corpo (se applicati sulla pelle). Ecco allora che imparare a riconoscerne le proprietà e a sfruttarle nelle nostre ricette di autoproduzione ci dà un potere grandissimo per prenderci cura con consapevolezza del nostro corpo! Chi autoproduce già da un po' saprà sicuramente apprezzare questo libro-guida agli oli vegetali! Temi Complessità Punti forti Ideale per Oli vegetali (per uso cosmetico) Facile lettura Dettagliato e pratico Tutte le persone che già fanno autoproduzione 📕Scopri di più su questo libro Spero che questa selezione di libri ti piaccia! Hai altri titoli da suggerire? Se ti fa piacere, puoi scriverli commentando questo articolo! Un abbraccio, Francesca 🫧

  • Ricetta: spray eco per superfici

    Per il piano di lavoro in cucina, in ufficio, per i vetri, ecco lo spray eco per superfici che stavi aspettando! Una ricetta facilissima, rapida da realizzare e personalizzabile a seconda dei tuoi gusti! Se ti interessa approfondire il mondo dei detersivi eco autoprodotti, ti invito a scoprire i corsi di autoproduzione che propongo in presenza e online oppure le dispense PDF scaricabili con teoria e ricette da realizzare in casa. Buon divertimento! La ragione principale per la quale ho iniziato ad autoprodurre i miei detersivi per la casa è stato l'inquinamento da interni. Volevo ridurre il mio impatto sull'ambiente ma soprattutto volevo prendermi cura della mia casa (e della mia salute) anche con questo piccolo gesto. Ecco perché prima di presentarti la ricetta, ci tengo a contestualizzare l'importanza ma soprattutto l'impatto (positivo) di realizzare in casa i propri detersivi, quanto più naturali ed ecologici possibile. Le nostre case sono più inquinate delle strade Spray, diffusori, detergenti, detersivi, pastiglie, solventi per pulire e profumare il forno, la cucina, il bagno, i pavimenti, i vetri... Quanti prodotti abbiamo in casa per rendere ogni suo angolo pulito e profumato? Oltre a produrre una valanga di rifiuti (una volta che i prodotti sono finiti), spesso questi detergenti e profumatori sono inquinanti per l’ambiente e per la nostra salute . Passiamo più dell’80% del nostro tempo dentro ad uno spazio chiuso (a casa, a scuola, a lavoro) e senza neanche rendercene conto respiriamo un’aria ben più inquinata di quella esterna . Com’è possibile, ti chiederai? La nostra stessa presenza in casa ed ogni singola azione quotidiana (fare la doccia, cucinare, svolgere un lavoro, utilizzare incenso, usare deodoranti per ambienti o fumare in casa...) contribuiscono al rilascio di sostanze chimiche inquinanti (es. composti organici volatili) o inquinanti biologici (es. muffa o allergeni degli acari della polvere) nelle nostre case. Se siamo in uno spazio chiuso, questo inquinamento può raggiungere un livello più alto di concentrazione all’interno dell’edificio, rispetto a quello che possiamo trovare all’esterno. Decorazioni e arredamento, pitture, rivestimenti murali, vernici, mobili in legno incollato e tappeti sono tutti insospettabili fonti di inquinamento , soprattutto quando questi articoli sono nuovi. In particolare emettono composti organici volatili (COV), inquinanti molto comuni che evaporano a temperatura ambiente, alcuni dei quali potrebbero anche rivelarsi cancerogeni. Gli effetti sono vari e dipendono dagli inquinanti. In generale l’inquinamento dell’aria può generare l’asma, ma questa è solo la punta dell’iceberg. Oggi consideriamo che l’inquinamento atmosferico è responsabile per quasi un terzo di attacchi cardiaci e ictus (fonte: Inquinamento dell’aria indoor, salute.gov.it). Insomma, per farla breve, l’inquinamento indoor è onnipresente non solo nell’aria che respiriamo in casa, ma anche nelle tubature, ogni qualvolta versiamo dei prodotti detergenti nello scarico (sai dove vanno a finire poi? Fiumi, laghi, mari…). Quindi: perché non iniziare oggi ad autoprodurre in casa i nostri detersivi? Ricetta: spray eco per superfici Questa ricetta è ispirata a quella di Elisa Nicoli nel suo libro "Pulizie Creative". Mi sono permessa di personalizzarla e di variarla leggermente. Ingredienti Per 400g circa Acqua - meglio demineralizzata: 304g (76%) Alcol da liquori (aromatizzato o neutro): 72g (18%) - funzione di igienizzante Aceto bianco (aromatizzato o neutro): 20g (5%) - funzione di anticalcare Detersivo eco-bio per piatti a mano: 2g (0,50%) - funzione di sgrassante Olio essenziale (opzionale): 2g (0,50%) Questa ricetta è personalizzabile per via della possibilità di aromatizzare aceto e alcol . Ad esempio, lasciando in macerazione per circa un mese dei petali di lavanda in alcol e/o aceto, i fiori rilasceranno le loro proprietà, profumo e oli essenziali. Questo passaggio permette di impreziosire l'alcol e l'aceto e di rendere quindi la ricetta ancora più ricca. Quando utilizzo aceto e alcol aromatizzati non aggiungo altro olio essenziale, essendo già stati arricchiti dai fiori di lavanda. Alternative interessanti alla lavanda , possono essere scorze di limone o arancia , oppure erbe aromatiche come salvia e rosmarino . Meglio se essiccati. Procedimento Se utilizzi l'olio essenziale (alcol e aceto non aromatizzati in precedenza), solubilizza l'olio essenziale nell'alcol, direttamente nello spruzzino. Aggiungi nel contenitore tutti gli altri ingredienti. Scuoti bene, fino a completa miscelazione. Etichetta e tieni lontano dalla portata dei bambini (se alcol e aceto non sono aromatizzati, il composto sarà di colore trasparente e potrebbe essere scambiato per acqua). Utilizza questo spray su quasi tutte le superfici : vetri, piano cottura, ripiano di lavoro, plastiche (es. frigo), legno trattato, laminati... Non usare sul marmo (non ama l'aceto). Si conserva tranquillamente per un anno, lontano da fondi dirette di luce e di calore. Dopo un po' potrebbe perdere di profumazione. Se vuoi aggiungi altro olio essenziale (ricordati di scioglierlo sempre prima in alcol). Cosa ne dici, è stato facile no? Se questa ricetta ti è piaciuta ed il mondo dell'autoproduzione ti incuriosisce, dai un'occhiata ai miei corsi (in presenza e online) di igiene della casa e cosmesi naturale , magari trovi qualcosa che ti piace! Spero che proverai a realizzare anche tu questa semplice ricetta di detersivo naturale! Se hai bisogno di qualsiasi chiarimento, io sono qui. A presto! Francesca Vuoi fare in casa i tuoi prodotti di igiene e cosmesi? Se desideri metterti in gioco, facendoti accompagnare nelle tue prime ricette di sapone e cosmesi fatta in casa, qui trovi il calendario aggiornato dei corsi . Se invece preferisci lavorare in autonomia, qui sotto trovi le mie dispense complete  che ti guideranno passo passo nella realizzazione dei tuoi prodotti.

  • Dermatite (eczema) e psoriasi: ingredienti da evitare in cosmesi.

    Molte persone che frequentano i miei corsi di autoproduzione presentano problemi di pelle come dermatite e psoriasi. Quali sono le differenze tra queste problematiche? E quali le cause? Scrivo questo articolo mossa dalle richieste frequenti delle persone che frequentano i miei corsi che puntualmente mi domandano: "quali ingredienti è meglio che eviti?" . Dopo una breve presentazione delle caratteristiche di dermatite (eczema) e psoriasi, troverai qualche consiglio semplice sugli ingredienti da evitare in cosmesi (sia acquistata che autoprodotta). Partiamo? NB. Non sono un a dermatologa e neanche una farmacista quindi se soffri di questi disturbi, ti invito a rivolgerti ad unə professionista prima di prendere iniziative in autonomia . Dermatite atopica Fonte principale: Dermatite atopica La dermatite atopica è un’ infiammazione della cute recidivante o cronica , che provoca un fastidioso prurito oltre che un arrossamento ben visibile. Solitamente, infatti, la dermatite atopica colpisce le mani , i piedi , la piega interna del gomito e quella posteriore delle ginocchia , polsi , caviglie , viso , collo , torace . È frequente anche la manifestazione intorno agli occhi. Cause La dermatite atopica è una malattia su base multifattoriale composta da fattori genetici, ambientali e immunologici . Il cambiamento di stagione e lo stress psicofisico sono tra le maggiori cause di scatenamento della dermatite atopica. Come si manifesta La dermatite atopica si manifesta con chiazze rosse su cute secca e pruriginosa . Le chiazze possono essere ricoperte di vescicole , abrasioni , croste . Il prurito può essere più o meno intenso e tende a peggiorare durante la notte. Fonte immagine: Dermatite Seborroica e Stress: l’impatto sul cuoio capelluto - Farmacia Caruso Come prevenire la dermatite atopica? Si raccomanda di evitare bagni e lavaggi troppo lunghi e frequenti, perché la pulizia eccessiva e l’uso di saponi più o meno aggressivi finisce per impoverire la pelle degli strati esterni che la proteggono. È bene asciugare la pelle delicatamente , tamponando l’umidità in eccesso, piuttosto che sfregandola. È poi consigliabile: evitare indumenti in fibra sintetica; esporsi al sole con criterio utilizzando filtri solari specifici; utilizzare quotidianamente creme idratanti-lenitive e detergenti delicati.  Psoriasi Fonte principale: Psoriasi La psoriasi è una malattia infiammatoria cronica della pelle che induce una crescita anomala dell’epidermide .  La psoriasi comporta infiammazione cutanea e un disordine di crescita dei cheratinociti che portano alla formazione di placche rilevate, di colore rosso acceso, rivestite da squame biancastre . Le localizzazioni più comuni sono i gomiti, le ginocchia e il cuoio capelluto, ma può colpire tutte le aree corporee, comprese le unghie. Cause Alla base della psoriasi vi è una combinazione di fattori genetici e ambientali. Alcuni di questi fattori esterni sono: traumi fisici : spesso la psoriasi insorge dopo un trauma come un incidente stradale, un ricovero per malattia, una frattura ossea, un intervento chirurgico particolarmente debilitante. In questi casi, non è chiaro se sia il trauma a indurre la psoriasi, oppure lo stress psichico conseguente, o entrambi; stress : lo stress rappresenta un fattore pro-infiammatorio per l’organismo ed è quindi considerato un fattore scatenante per molte malattie infiammatorie cutanee, compresa la psoriasi. Per esempio, molti pazienti riferiscono l’insorgenza delle prime manifestazioni cutanee a seguito di lutti gravi;  infezioni streptococciche : sono la causa della psoriasi nella forma guttata, ma possono aggravare anche altre forme di psoriasi. In questi casi si deve procedere al trattamento dell’infezione con antibiotico prescritto da una figura medica; farmaci : alcuni farmaci tra cui i beta bloccanti, il litio, i sali d’oro, gli antimalarici di sintesi sono considerati induttori di psoriasi o in grado di esacerbare psoriasi già in atto. La psoriasi ha un andamento cronico-recidivante . Ciò significa che le persone predisposte possono non soffrirne per periodi anche molto lunghi, ma essa può ripresentarsi, soprattutto in concomitanza di fattori stressanti. Fonte immagine: LA PSORIASI Come trattare la psoriasi I trattamenti previsti per la psoriasi sono: Trattamenti topici, ovvero, creme, gel, unguenti, lozioni con effetto emolliente;   Trattamenti topici con farmaci . Nei casi di psoriasi consultare sempre una figura medica per individuare il trattamento più adatto. Dermatite (eczema) e psoriasi: ingredienti da evitare in cosmesi. Ora che sono più chiare le differenze tra queste due problematiche della pelle, veniamo al dunque. Quali ingredienti è meglio evitare nei prodotti cosmetici che acquistiamo in commercio (e di conseguenza anche nelle materie prime per l'autoproduzione) se soffriamo di dermatite o eczema? Ecco una lista che mi sento di consigliarti. Tensioattivi troppo detergenti l Sodio lauril solfato (SLS) noto anche come Laurilsolfato di sodio (LSS) o Sodio dodecil solfato (SDS), è un potente detergente e tensioattivo. Si trova nei prodotti per la casa per il suo eccellente potere sgrassante, ma anche nei prodotti per l'igiene come dentifrici, shampoo, schiume da barba, saponi, ecc. Questo agente schiumogeno è oggi criticato per due motivi principali: il suo effetto irritante e la sua natura inquinante. Le sue proprietà detergenti possono essere troppo forti su alcune pelli sensibili , fino a seccarle. L'SLS distrugge il film idrolipidico, causando una sensazione di secchezza dopo la detersione. Inoltre, altera le proteine delle membrane cellulari della pelle e degli occhi, provocando irritazioni e arrossamenti. Per questo motivo, i produttori di gel doccia e prodotti da bagno lo utilizzano sempre meno, preferendo la versione etossilata ( SLES = sodium laureth sulphate ) che è meno detergente, ma ha un processo di produzione molto inquinante. P.S. L'SLS è ancora autorizzato per l'uso nei prodotti biologici, mentre lo SLES no. L'SLS è stato identificato come un inquinante per l'ambiente, gli animali, gli ambienti acquatici e le piante . Profumi Che siano naturali o sintetici , i profumi contengono un gran numero di sostanze allergeniche (alcoli, aldeidi, catecoli, chetoni, esteri, esteri fenilici, ecc.). Talvolta, i profumi naturali sono più allergizzanti di quelli sintetici a causa dell'alta concentrazione di oli essenziali che contengono. Sebbene gli oli essenziali abbiano molti benefici per l'organismo, possono essere dannosi per la pelle. Molti oli essenziali contengono molecole potenzialmente allergeniche o ipersensibilizzanti come il limonene , il linalolo , il geraniolo o i citrali . Anche se il rischio di allergia dipende dal proprio background allergico, è essenziale effettuare un test di tolleranza cutanea sul gomito o sul polso dell'olio essenziale in questione. ⚠️ Prima di essere applicati sulla pelle, gli oli essenziali devono sempre  essere diluiti in un olio vegetale neutro chiamato olio vettore ⚠️ Ecco un elenco di oli essenziali contenenti quantità significative di molecole allergeniche : aneto, angelica, bergamotto, bergamotto senza bergaptene, cajeput, cannella, limone, chiodo di garofano, semi di coriandolo, geranio rosa, inula dolce, alloro nobile, citronella, mandarino verde, melissa, mirto citronato, arancio dolce, origano compatto, origano si Spagna, palmarosa, pompelmo, trementina, verbena esotica, verbena odorosa. 👉 Qui puoi trovare una piccola guida con 12 raccomandazioni per l'uso consapevole (e benefico) degli oli essenziali. Alcool Molti tonici, creme e deodoranti contengono alcol essendo, tra le varie, un ottimo solvente per profumi. Questo ingrediente ha il vantaggio di asciugarsi rapidamente, ma riduce anche l'idratazione della pelle provocando talvolta irritazioni e prurito. L'alcol può comparire in diverse forme nei prodotti cosmetici : Alcohol Denat ( alcool denaturato) , SD Alcohol 40-B, SD Alcohol 40-A, SD Alcohol 40, SD Alcohol 39-B, SD Alcohol 38-B, SD Alcohol 3-B, alcol polivinilico (PVA) o Isopropyl alcohol. Questi composti alterano il naturale film idrolipidico della pelle, provocando secchezza, screpolature, irritazioni, tensione e vulnerabilità alle aggressioni esterne. Inoltre, possono aggravare alcune patologie cutanee come eczema, psoriasi e rosacea. Buono a sapersi 👉 L' alcol benzilico (INCI: Benzyl Alcohol ) , che può essere indicato anche come alcol feniletilico, è un ingrediente efficace per inibire la proliferazione dei batteri all'interno di un prodotto. Introdotto in piccole dosi (< 1%), il suo potere essiccante è minimo. Inoltre, fa parte dell'elenco dei 26 allergeni regolamentati dall'Europa ed è autorizzato in agricoltura biologica. Per questo motivo lo utilizziamo anche nelle nostre ricette di autoproduzione cosmetica (con fase acquosa) a una concentrazione inferiore all'1%. Conservante Nei prodotti cosmetici, l'uso di conservanti è essenziale per prevenire la proliferazione di microrganismi, in particolare nei prodotti contenenti acqua, un ambiente che favorisce lo sviluppo microbico. Come i profumi, anche i conservanti possono essere responsabili di allergie . Ad esempio, il metilisotiazolinone (MIT) , un conservante un tempo ampiamente utilizzato nei prodotti cosmetici, è stato bandito dai prodotti senza risciacquo, in quanto è altamente probabile che provochi eczemi da contatto. Altri conservanti noti che potrebbero causare dermatiti da contatto sono l'alcol benzilico (di cui abbiamo parlato poco fa), l' acido deidroacetico e l' acido sorbico . Inoltre, alcuni oli essenziali possono essere utilizzati come conservanti per le loro proprietà antimicrobiche o antifungine, come l' olio essenziale di rosmarino o l' olio essenziale di tea tree . Questi oli possono provocare una reazione allergica a causa delle molecole allergeniche che contengono (limonene, citronellolo, geraniolo, ecc.). Pigmenti La p-fenilendiammina (PPD) è un pigmento utilizzato nelle tinture per capelli che provoca prurito sul cuoio capelluto dopo la tintura. L'henné utilizzato per i tatuaggi temporanei sulla pelle è spesso mescolato con PPD, il che comporta un rischio significativo di eczema da contatto. Alfa-idrossiacidi (AHA) Spesso utilizzati nei peeling , questi acidi della frutta sono noti per le loro proprietà esfolianti . Infatti, hanno la capacità di staccare la pelle morta in superficie e di stimolare il rinnovamento delle cellule epidermiche. Nella cura della pelle, esistono diversi AHA, tra cui: L' acido glicolico , derivato dalla canna da zucchero, è noto per la sua capacità di esfoliare gli strati superiori dell'epidermide, oltre che per le sue proprietà astringenti e detergenti. Ha anche proprietà idratanti grazie al suo effetto stimolante sul rinnovamento cellulare e sulla sintesi dell'acido ialuronico. L' acido lattico si ottiene dalla fermentazione del latte e di alcuni frutti. Oltre alle sue proprietà cheratolitiche (che ripristinano la normale cheratinizzazione della pelle e ne favoriscono il rimodellamento fisiologico) , è stato dimostrato che migliora l'idratazione della pelle. Grazie al suo peso molecolare più elevato rispetto all'acido glicolico, l'acido lattico rimane sulla superficie della pelle. Questa azione superficiale gli permette di esfoliare e idratare la pelle senza irritarla. Inoltre, è una molecola naturalmente presente nella pelle come parte del Fattore di Idratazione Naturale (NMF) . L' acido mandelico proviene dalle mandorle. Questo principio attivo ha anche un'azione antibatterica e antinfiammatoria ed è particolarmente indicato per le pelli con imperfezioni. Retinolo Il retinolo appartiene alla famiglia dei retinoidi, derivati della vitamina A, come l'acido retinoico e il retinale. Il retinolo è autorizzato fino allo 0,3% in un prodotto cosmetico senza risciacquo. In concreto, questo principio attivo esfolia la superficie dell'epidermide ed elimina le cellule morte. Stimola inoltre il rinnovamento cellulare e regola l'attività dei melanociti responsabili dell'iperpigmentazione. Inoltre, stimola la produzione di collagene ed elastina (per questo spesso consigliato per uniformare la grana della pelle e rimpolpare le rughe). L'effetto collaterale più comune dei prodotti per la cura della pelle a base di retinolo è l'irritazione della pelle, caratterizzata da rossore, prurito e persino un leggero bruciore. Per questo motivo questo principio attivo è sconsigliato alle pelli sensibili e/o atopiche . Conclusioni: cosa puoi fare adesso? Nonostante la lista di ingredienti che potrebbero rivelarsi irritanti ed aggressivi sulla nostra pelle sia relativamente lunga, ci tengo a ricordarti che: i prodotti che troviamo in commercio sono testati e sicuri per l'uso cutaneo. Quello che possiamo fare noi è scegliere il prodotto che più ci corrisponde e che più è in linea con i nostri valori ; se si soffre di dermatite, eczema o altre problematiche della pelle, è sempre una buona idea consultare un professionista del settore (medico, farmacista, dermatologo) per analizzare la situazione; se hai la pelle sensibile (in generale), prima di applicare un prodotto nuovo su tutto il corpo , testalo su piccole parti come l'interno del polso, l'interno del gomito o dietro al ginocchio. Se ci sarà una reazione, lo vedrai subito! se non riesci a trovare il prodotto giusto per te e hai voglia si sperimentare, valuta l'autoproduzione : alcuni prodotti come creme e shampoo sono facilmente realizzabili in casa e grazie alla scelta personalizzata degli ingredienti hai un'elevata possibilità di formulare il prodotto giusto per te! Se hai ancora dei dubbi... Ricordati che osservare ed ascoltare il tuo corpo è la cosa più utile che puoi fare per prendertene cura al meglio! Ti abbraccio forte, Francesca Vuoi fare in casa i tuoi prodotti di igiene e cosmesi? Se desideri metterti in gioco, facendoti accompagnare nelle tue prime ricette di sapone e cosmesi fatta in casa, qui trovi il calendario aggiornato dei corsi . Se invece preferisci lavorare in autonomia, qui sotto trovi le mie dispense complete  che ti guideranno passo passo nella realizzazione dei tuoi prodotti. Buon viaggio nel mondo del sapone e cosmesi DIY 🫧

  • Ingredienti da scegliere per le pelli sensibili, irritate e problematiche (eczema e psoriasi)

    Dopo aver trattato in questo articolo quali ingredienti è meglio evitare in cosmesi, oggi voglio condividere invece gli ingredienti da scegliere per le pelli sensibili, irritate e problematiche (se soffri di eczema o psoriasi per esempio). Si tratta di ingredienti che puoi scegliere nei prodotti che acquisti in commercio, oppure da selezionare come materie prime utili per darti sollievo nelle tue ricette di autoproduzione cosmetica. NB. Non sono un a dermatologa e neanche una farmacista quindi se soffri di questi disturbi, ti invito a rivolgerti ad unə professionista prima di prendere iniziative in autonomia . Iniziamo dalle basi: mini lista di cose da fare se la tua pelle è in sofferenza Pensavo di partire subito con la lista degli ingredienti, ma mi sono resa immediatamente conto che prima di sapere quali ingredienti ci fanno bene (o possono aiutarci ad attenuare delle problematiche) ci sono un paio di cose altrettanto importanti da fare. Se soffri di pelle sensibile, se si irrita facilmente/spesso o se hai problematiche più acute come dermatite (eczema) o psoriasi le cose che puoi (oso un "dovresti") fare sono: Osservare la tua pelle e cercare di capirla. Leggere l'etichetta dei prodotti che utilizzi/acquisti. Riconoscere ed evitare ingredienti aggressivi e irritanti per la tua pelle. Scegliere prodotti più delicati o specifici per attenuare la tua problematica. Vediamo questi quattro punti nel dettaglio. Osservare la tua pelle e cercare di capirla. Forse la cosa che più diamo per scontato e che invece sta all'origine di ogni cosa. A prescindere dal curriculum che abbiamo, tu tt ə abbiamo la capacità di osservare il nostro corpo . Solo che non siamo abituat ə a farlo... Questo implicherebbe spenderci un pochino di attenzione in più per: riconoscere tempestivamente cosa sta succedendo sulla nostra pelle: si sta arrossando? Inizia a prudere? Si secca al punto da darmi fastidio? Prendiamoci due minuti per osservarci allo specchio e farci queste domande. Prima ci accorgiamo dei cambiamenti meglio è! Attivarci , cercando di capire se si tratta di qualcosa che viene dall'interno (es. qualcosa che abbiamo mangiato e che sta facendo reazione allergica oppure una cattiva alimentazione per un periodo prolungato di tempo e che sta impattando il nostro organismo), dalle nostre emozioni (es. stress che si sta somatizzando) oppure dall'esterno (es. inquinamento, reazione al contatto con tessuti o sostanze/detergenti che innescano una reazione sulla nostra pelle). A seconda della risposta che ci diamo (e della gravità della situazione), valutiamo se contattare una persona professionista (dermatologo o medico) oppure se provare ad intervenire in autonomia, ad esempio migliorando l'alimentazione, cambiando tipo di abiti che indossiamo, oppure detersivi e cosmetici che utilizziamo. Se puoi, cerca di non dare più per scontata questa prima piccola azione ed inseriscila nella tua routine: è più importante di quello che sembra! Leggere  l'etichetta dei prodotti che utilizzi/acquisti. Su questo punto non mi dilungo troppo. Ho scritto un articolo dedicato su come leggere le etichette dei cosmetici . All'inizio ti sembrerà faticoso (le etichette sono scritte strane e non proprio super intuitive, lo capisco), ma fidati che questo ti darà un potere grandissimo: essere davvero consapevole di quello che acquisti e metti direttamente sulla tua pelle. Riconoscere ed evitare ingredienti aggressivi e irritanti per la tua pelle. Il modo più semplice per capire che cosa scatena l'irritazione o il prurito (ad esempio) è quello di testare i prodotti che già utilizzi. Prova ad utilizzare un solo prodotto alla volta per due/tre giorni, di modo da verificare se è proprio uno di quelli che usi che ti crea problemi. Grazie alla lettura dell'etichetta (nell' articolo  che ho citato al punto 2, trovi anche un'app che ti facilita la vita per farlo), sarai in grado, già a primo sguardo, di capire quali ingredienti possono causare irritazioni. Per aiutarti, nell'articolo che ho scritto " Dermatite (eczema) e psoriasi: ingredienti da evitare in cosmesi " trovi già una selezione di ingredienti che potrebbero essere una delle cause delle tue sofferenze. Prova a darci un'occhiata e prova a vedere se li ritrovi nelle etichette dei prodotti che utilizzi. Scegliere prodotti più delicati o specifici per attenuare la tua problematica. Una volta fatti questi primi tre passaggi, eccoci al tema di questo articolo: la scelta di prodotti delicati per la tua problematica. Ci vediamo qui sotto per l'elenco (non esaustivo) che vorrei proporti. Ingredienti da scegliere per le pelli sensibili, irritate e problematiche (eczema e psoriasi) I principali sintomi che appaiono nelle pelli problematiche, sono tendenzialmente: sensibilità (la pelle non riesce a difendersi e quando esposta ad uno stress o evento tende a soffrire immediatamente); secchezza : la pelle si deteriora in piccoli pezzetti fino a squamarsi; rossore : dovuto ad una razione spesso infiammatoria (spesso per cause esterne, come climi estremi caldi o freddi); prurito : la pelle tira e genera una forte voglia di grattarsi. Vediamo gli ingredienti che possono dare sollievo a queste problematiche (spesso vanno bene per tutti questi sintomi). Oli e burri vegetali Olio di jojoba: sebo-regolatore, nutriente per le pelli secche (aiuta a mantenerle elastiche), antinfiammatorio e lenitivo. Olio di nocciola (equivalente all'olio di jojoba). Olio di nigella (olio di cumino nero): antinfiammatorio, lenitivo, emolliente. Oleolito di carota: antinfiammatorio, emolliente, nutriente per le pelli secche (aiuta a mantenerle elastiche). Oleolito di calendula: calmante per prurito, rossori e irritazioni. Olio di canapa: sebo-regolatore, antinfiammatorio. Olio di mandorla dolce: emolliente, nutriente, protettivo. Olio di ricino: protettivo e nutriente. Olio di senape (equivalente all'olio di ricino). Olio di argan: lenitivo, nutriente, elasticizzante. Olio di borraggine: protettivo e nutriente, leggermente antinfiammatorio, calma il prurito. Olio di girasole: lenitivo. Burro di karité: protettivo e nutriente, leggermente antinfiammatorio, calma il prurito. Polveri minerali e vegetali Curcuma: antinfiammatorio. Farina d'avena: calmant e, emolliente, lenitiva, antiprurito. Ortica: astringente, detergente e depurativa. Argilla bianca (caolino): calmante, purificante, astringente. Argilla rosa: calmante, antibatterica, purificante. Oli essenziali Lavanda vera: antibatterico, calmante. Lavandino : antisettico, purificante. Tea Tree: antibatterico, purificante, astringente. Camomilla (tutti i tipi): calma il prurito, lenitivo, calmante, emolliente, purificante e protettivo. Ylang Ylang: astringente, sebo-regolatore. Elicriso Italiano: (per i rossori) antibatterico, antinfiammatorio, astringente. Cedro dell'Atlante: (per i rossori) antinfiammatorio. Cipresso: (per i rossori) antinfiammatorio. Patchouli: (per i rossori) astringente, purificante, antinfiammatorio. Liquidi Idrolato di lavanda: antibatterico, calmante, purificante. Idrolato di rosmarino verbenone: astringente, purificante. Idrolato di camomilla: calmante, regolatore di pH, lenitivo, emolliente. Gel di aloe vera: calmante, purificante, lenitivo. Miele: emolliente, antinfiammatorio, antibatterico. Risciacquo acido (con aceto o acido citrico e acqua): per attenuare il prurito e ristabilire il pH della pelle. Spero che questo articolo possa esserti d'aiuto per scegliere con più consapevolezza quello che metti sulla tua pelle e per personalizzare al meglio i tuoi prodotti. Ancora una volta mi ripeto: ricordati che osservare ed ascoltare il tuo corpo è la cosa più utile che puoi fare per prendertene cura al meglio! Ti abbraccio forte, Francesca Vuoi fare in casa i tuoi prodotti di igiene e cosmesi? Se desideri metterti in gioco, facendoti accompagnare nelle tue prime ricette di sapone e cosmesi fatta in casa, qui trovi il calendario aggiornato dei corsi . Se invece preferisci lavorare in autonomia, qui sotto trovi le mie dispense complete  che ti guideranno passo passo nella realizzazione dei tuoi prodotti. Buon viaggio nel mondo del sapone e cosmesi DIY 🫧

  • Ricetta: unguento al miele per alleviare il prurito (ideale per pelli secche, con dermatite o psoriasi)

    Mi capita solo d'inverno, da dicembre a marzo: uno sfogo dietro alla schiena, bello rosso e che mi provoca un prurito fastidiosissimo. Con me ha funzionato , ecco perchè ho deciso di condividere in questo articolo la ricetta di un unguento al miele per alleviare il prurito. Cominciamo! Proprietà benefiche del miele per la pelle In questa ricetta uno degli ingredienti fondamentali è il miele. Ecco un breve elenco delle buone ragioni per utilizzare il miele nelle preparazioni cosmetiche fatte in casa. Proprietà antibatteriche Il miele è noto fin dall'antichità per le sue proprietà antibatteriche: impedisce la proliferazione batterica, virale o fungina grazie a un enzima, la glucosio ossidasi, che produce perossido di idrogeno (come l'acqua ossigenata), un antisettico naturale. Inoltre, ha un basso contenuto di proteine, che impedisce ai batteri di crescere. Infine, la sua acidità ostacola la moltiplicazione dei batteri, completando la sua azione antibatterica. Può essere utilizzato a questo scopo sulla pelle o ingerito per le vie respiratorie o digestive. Proprietà cicatrizzanti Il miele ha proprietà curative, che ne giustificano ancora una volta l'uso sulla pelle. Spesso usato come antisettico per trattare le ferite, rigenera il tessuto cutaneo per una buona guarigione . Questa azione è dovuta alla sua elevata osmolarità: il miele attira l'acqua e drena la linfa e il plasma verso l'esterno, eliminando i detriti e pulendo la ferita. Proprietà antiossidanti Grazie alla presenza di numerosi flavonoidi, il miele ha un notevole potere antiossidante, in quanto questi neutralizzano i radicali liberi , avendo così un effetto benefico nella prevenzione di alcuni tumori e malattie cardiovascolari. Va notato inoltre che il miele “scuro”, più ricco di flavonoidi e fruttosio, è più efficace per queste proprietà terapeutiche. Proprietà cosmetiche Utilizzato fin dall'antichità per le cure di bellezza, il miele ha un pH vicino a quello della pelle (tra 4 e 6) e la sua ricca composizione lo rende un eccellente emolliente, ammorbidente e tonico ! Nutre le cellule, favorisce il rinnovamento cellulare e aiuta a mantenere la pelle giovane. Vettore per gli oli essenziali È un aspetto a cui non si pensa subito, ma che può essere molto utile: il miele è un'ottima soluzione per diluire gli oli essenziali e fungere da vettore per il loro utilizzo (sia sulla pelle che ingeriti). Ricetta: unguento al miele per alleviare il prurito (ideale per pelli secche, con dermatite o psoriasi) Ecco la ricetta che utilizzo personalmente per alleviare il prurito. Puoi decidere di personalizzare la ricetta scegliendo tra gli ingredienti ideali per pelli problematiche che ho elencato in questo articolo . Attrezzatura per l'autoproduzione Per realizzare questo unguento avremo bisogno di: Una bilancia digitale ad alta precisione; Una ciotola (acciaio, vetro temperato tipo Pyrex o ceramica) per sciogliere gli ingredienti a bagnomaria; Casseruola in acciaio inox/padella per preparare il bagnomaria; Alcuni cucchiaini per aggiungere gli ingredienti; Strofinacci o carta assorbente per pulire eventuali fuoriuscite; Tieni a portata di mano un paio di guanti da forno o delle presine per maneggiare gli strumenti caldi. Un grembiule da cucina (per proteggere i vestiti da possibili schizzi). Un'etichetta (dove scriverai data e composizione dello stick). Un contenitore da almeno 30ml (un vasetto di una crema ben pulito e passato con l'alcool andrà benissimo). Ingredienti (per 30g) FASE A (da sciogliere insieme a bagnomaria) 8% Cera d'api o di riso - 2,4g 30% Oleolito di calendula in mandorla - 9g 40% Olio di jojoba - 12g 20% Miele - 6g FASE B (da aggiungere fuori fuoco) 0,8% Olio essenziale di lavanda vera - 0,3g 1,2% Vitamina E - 0,4g Procedimento Pesare gli ingredienti della fase A, eccetto il miele, e metterli a bagno maria. Quando la cera si sarà sciolta negli oli, ancora a bagnomaria aggiungere il miele, fino a completo scioglimento. Togliere la ciotola dal fuoco e aggiungere gli ingredienti della fase B. Versare il composto nel contenitore. Lasciar riposare in frigo dai 40 ai 60 minuti. Etichettare il barattolo (con nome del prodotto e data di produzione) ed utilizzare. Spero che tu riesca a provare ad autoprodurre questa ricetta e, soprattutto, che ti dia davvero sollievo! Per qualsiasi cosa resto a disposizione, non esitare a lasciare un commento all'articolo se hai bisogno di chiarimenti! Un abbraccio, Francesca 🫧 Vuoi fare in casa i tuoi prodotti di igiene e cosmesi? Se desideri metterti in gioco, facendoti accompagnare nelle tue prime ricette di sapone e cosmesi fatta in casa, qui trovi il calendario aggiornato dei corsi . Se invece preferisci lavorare in autonomia, qui sotto trovi le mie dispense complete  che ti guideranno passo passo nella realizzazione dei tuoi prodotti. Buon viaggio nel mondo del sapone e cosmesi DIY 🫧

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