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Dentifricio in polvere: vantaggi, come usarlo e ricetta per autoprodurlo!

Aggiornamento: 15 nov 2023

E se il dentifricio in polvere fosse la soluzione migliore per la tua igiene orale? Come molti dei prodotti cosmetici e per la cura della pelle di cui parliamo in questo blog, è possibile sostituire il dentifricio tradizionale con un'alternativa sana, economica ed ecologica. Cos'è questo dentifricio in polvere? Quali sono le sue virtù? Come usarlo? In questo articolo ti racconto come sceglierlo e come autoprodurlo in casa!

Foto del mio vasetto di dentifricio in polvere ©Ecodalia

Qual è il ruolo del dentifricio e dello spazzolamento?

Prima di esaminare la composizione del dentifricio, è importante capire il suo ruolo (oltre a quello di regalarci un buon alito, che è sicuramente importante): quando si mangia, i batteri naturalmente presenti nella bocca trasformano gli alimenti ed in particolare lo zucchero in acidi che attaccano lo smalto. Si tratta della cosiddetta placca, che deve essere rimossa con uno spazzolamento meticoloso e regolare. Se non viene pulita, si accumula, si mineralizza e può formare tartaro. Sarà quindi la causa di carie, problemi alle gengive... e altre malattie poco simpatiche.


Così, il ruolo dello spazzolino (il più importante) è quello di pulire la bocca dai depositi di cibo e quello del dentifricio è grossomodo quello di sbarazzarsi di batteri e acidi, rispettando l'ecosistema orale.


A queste funzioni di base, si può aggiungere quella di sbiancare i denti grazie ad agenti lucidanti, di proteggere le gengive sensibili, ecc.


L'antenato del dentifricio, che consisteva in cenere e polvere di argilla, è cambiato molto nel tempo: a strisce, glitterato, rosa o blu, il dentifricio "convenzionale" dei grandi marchi industriali gioca sempre di più su sensazioni piacevoli in bocca e sempre meno sui principi attivi. A quale costo per la nostra salute? Quali sono gli ingredienti utilizzati per ottenere un tale risultato e, soprattutto, sono pericolosi?


Quali sono le sostanze da evitare nel dentifricio?

Tra le principali sostanze controverse, o di comprovata pericolosità, presenti spesso nel nostro dentifricio in tubetto, troviamo:

  • Biossido di titanio (INCI: TITANIUM DIOXIDE): il biossido di titanio è sospettato di essere pericoloso se ingerito, inalato o sotto forma di particelle NANO. Ciò significa che queste particelle sono così fini da poter raggiungere il cervello attraverso il flusso sanguigno. È classificato come "possibile cancerogeno" dall'Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro. Per quanto riguarda i dentifrici, un recente studio dell'associazione "Agir pour l'environnement" (Agire per l'ambiente) mostra che è presente in un terzo dei dentifrici testati, anche nei prodotti biologici (il biossido di titanio è autorizzato da Ecocert, quindi spetta al produttore decidere se aggiungerlo o meno). Il suo ruolo? Per dare alla pasta un aspetto bianco e opaco. Un vantaggio di prodotto molto ridotto se paragonato ai potenziali pericoli che rappresenta!

  • Triclosan: è un disinfettante spesso usato nei gel doccia, nei deodoranti, ecc. Nei dentifrici ha un ruolo antimicrobico, ma può anche essere usato come conservante. È sospettato di essere cancerogeno (per essere un po' originali) e di essere un interferente endocrino. Infatti, secondo uno studio dell'INSERM, può essere pericoloso per le donne in gravidanza e può causare disturbi comportamentali nei bambini piccoli. Può anche causare resistenza agli antibiotici.

  • Solfati: sono utilizzati nei gel doccia e nei dentifrici per rendere il prodotto schiumoso o per addensare la pasta. Il problema è che può causare irritazioni, afte, secchezza e probabilmente ulcere se ingerito. È anche un ingrediente spesso con un impatto ambientale molto alto, soprattutto per gli ambienti acquatici. Tra le varie, si trova anche nei pesticidi e nei fungicidi... (Il tuo dentifricio non fa schiuma? Non prendertela, è un buon segno!).

  • Microplastiche, polimeri di sintesi, glicole propilenico...: ad alto impatto ecologico (molto difficili da filtrare, molto lunghi da decomporre), non sono in alcun modo essenziali per lo sviluppo di un dentifricio. Per esempio, la microplastica si trova nelle piccole perle "lucidanti" dei dentifrici sbiancanti. Il glicole propilenico è un olio minerale (ricavato dal petrolio), utilizzato come solvente e considerato altamente tossico dall'EPA.

Se vuoi approfondire questo tema, ti consiglio questo articolo di Officina Naturae.

Dentifricio in polvere: che cos'è e come sceglierlo?

Siamo sempre stati abituati al sapone in pasta (tubetto da spremere), ma in realtà esistono altri due formati di dentifricio: solido (cubo da strofinare o pastiglie da masticare) e in polvere.

Queste versioni "alternative" sono molto interessanti perché contengono ingredienti di origine naturale, sono (tendenzialmente) prive di sostanze chimiche e a zero rifiuti.


In questo articolo approfondisco il dentifricio in polvere, non solo perché lo utilizzo da anni e mi trovo davvero bene, ma anche perché è estremamente facile da autoprodurre!

3 alternative al dentifricio convenzionale - ©Ecodalia

Composizione del dentifricio in polvere

A differenza dei dentifrici in pasta, il dentifricio in polvere non contiene detergenti, soda, triclosan, parabeni, coloranti, biossido di titanio o altri ingredienti impronunciabili.


Realizzata con pochi ingredienti sani, facilmente reperibili anche di origine biologica, la polvere scivola tra i denti per una pulizia efficace e delicata sia per lo smalto che per le gengive.


Quali sono i vantaggi rispetto ad un dentifricio convenzionale?

Il dentifricio in polvere è composto esclusivamente da principi attivi. In altre parole, la ricetta si limita alla parte utile del prodotto, tralasciando gli ingredienti controversi, alcuni dei quali sono notoriamente pericolosi per la nostra salute. Va inoltre sottolineato che questo prodotto è una formula secca; al di là dell'aspetto ecologico, l'assenza di acqua limita lo sviluppo di corpi estranei come microbi o batteri.


Da un punto di vista più sociale, acquistare un dentifricio in polvere significa incoraggiare le piccole marche indipendenti (che non sono particolarmente più costose delle grandi marche). Questi marchi più piccoli sono spesso gestiti da persone appassionate, preparate ed attente ai temi della salute e dell'etica. Infine, la maggior parte dei dentifrici in polvere presenti sul mercato ha una confezione biodegradabile o riutilizzabile.


E poi c'è sempre la possibilità di preparare in casa il tuo dentifricio in polvere, e anche questo è zero rifiuti!


Siwak, carbone vegetale, argilla bianca... Quale scegliere?

Siwak, argilla bianca, carbonato di calcio, menta... gli ingredienti variano a seconda della ricetta ma si contano sempre sulle dita di una mano:

  • Polvere di Siwak: è originaria del Medio Oriente e veniva utilizzata già secoli prima di Cristo. Rafforza lo smalto e le gengive, combatte la placca, la carie e l'alito cattivo, ha un'azione antinfiammatoria e antibatterica e agisce anche sul bianco dei denti grazie alle sue riconosciute proprietà disincrostanti.

  • Argilla bianca: è un abrasivo delicato che pulisce la bocca e garantisce una pulizia profonda senza danneggiare lo smalto.

  • Carbonato di calcio o blanc de meulon: un altro abrasivo delicato, il carbonato di calcio, noto anche come blanc de meudon, rimineralizza i denti e stimola le gengive, con conseguente alito fresco e bianco.

  • Menta: è nota per le sue proprietà antinfiammatorie e antimicrobiche, ma anche per la sua capacità di stimolare la produzione di saliva. Buono a sapersi: l'olio essenziale di menta è anche un rimedio affidabile ed efficace per il mal di denti. Le sue proprietà disinfettanti e analgesiche leniscono i denti doloranti e i tessuti gengivali infiammati!

  • Carbone vegetale: il carbone vegetale deve essere affrontato con un po' più di cautela. Anche se la sua azione sbiancante è indiscutibile, questa è la sua unica proprietà dimostrata. Le sue presunte azioni antisettiche e antibatteriche, al limite del marketing ingannevole, non sono oggetto di alcun consenso scientifico. Peggio ancora, se usato a lungo, il carbone danneggia lo smalto ed aumenta il rischio di carie. È perfettamente possibile utilizzarlo con moderazione per "cure sbiancanti" occasionali.


Come si presenta il dentifricio in polvere (ricetta autoprodotta che trovi in fondo all'articolo)


Come usare il dentifricio in polvere?

Veniamo al dunque: come si usa il dentifricio in polvere? Questo prodotto è talvolta contenuto in barattoli rotondi e piatti, come alcuni prodotti cosmetici come la crema o il gel per capelli. Potrai quindi versare la polvere direttamente sullo spazzolino da denti. Un'opzione più intelligente è quella di tenere un piccolo contenitore sul lavandino e versarvi una piccola quantità di polvere ogni volta che lo si usa, immergendovi lo spazzolino. Per ovvie ragioni di igiene, si consiglia di non immergere il pennello direttamente nel contenitore.


Personalmente autoproduco spesso piccole quantità di dentifricio, non mi faccio quindi troppi problemi ad immergere il mio spazzolino direttamente nel contenitore (non dura abbastanza per una proliferazione dei batteri problematica).


Buono a sapersi: alcuni marchi offrono un formato di flacone in cui il tappo può essere utilizzato per raccogliere la giusta quantità di prodotto. Questo tipo di contenitore ti eviterà di dover rapire una tazza da caffè o un bicchiere da shot dalla tua cucina per utilizzarlo.


Il dentifricio in polvere è destinato allo spazzolamento a secco, tranne che per il risciacquo (a proposito, anche quando si usa un dentifricio convenzionale, non è consigliabile bagnare lo spazzolino o il dentifricio). Un'altra caratteristica particolare è l'assenza di schiuma. All'inizio potrebbe disturbarti, ma vedrai che ti ci abituerai rapidamente. È un vantaggio significativo anche per le persone maldestre che tendono a far gocciolare il dentifricio sul mento o sui vestiti.


Ora che hai tutte le carte in mano, tocca a te!


Ricetta del dentifricio in polvere: autoproducilo in casa in 60 secondi!

Sono ormai 5 anni che utilizzo questa ricetta di dentifricio in polvere autoprodotto.

Mi sono sempre trovata molto bene con questa ricetta, ma attenzione: se hai denti o gengive sensibili, assicurati che questo tipo di dentifricio sia adatto a te. Provalo per un periodo di tempo limitato (un paio di settimane) e cerca di capire se ti da problemi. La cosa più importante è ascoltare sempre i segnali del proprio corpo: quello che va bene per me non va per forza bene anche a te.


Di seguito trovi un video esplicativo che ho realizzato per l'associazione Impatto, di cui faccio parte e che ti invito a seguire, e tutte le informazioni utili per la realizzazione. Buon divertimento!



Questa ricetta è tratta dal libro "La famiglia zero rifiuti (o quasi)" di Jérémie Pichon e Bénédicte Moret, che é stato per me una manna dal cielo quando mi sono messa allo "zero rifiuti" e all'autoproduzione. Lo consiglio caldamente anche per i più giovani (molto illustrato)!

INGREDIENTI:

🌿 3 cucchiai da zuppa di argilla bianca (la trovi in erboristeria o in negozi specializzati come La Saponaria)

🌿 1 cucchiaio da zuppa di carbonato di calcio (in alternativa puoi usare il bicarbonato alimentare finissimo, che però è meno delicato)

🌿 5 gocce di olio essenziale (limone e/o menta)


ATTENZIONE: gli oli essenziali, se mal utilizzati, possono avere delle controindicazioni. Informati sempre prima di utilizzarli, in modo da evitare situazioni spiacevoli. Sono sconsigliati per le donne in gravidanza.

PROCEDIMENTO: Mescolare i 3 ingredienti in una ciotola e versarli poi delicatamente in un vasetto di vetro dal diametro largo.

 

Fammi sapere se deciderai di lanciarti nella realizzazione del tuo dentifricio! Sono a tua disposizione se hai bisogno di consigli o suggerimenti.

A prestissimo,

Francesca 🫧


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